Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha ricevuto questo pomeriggio a Palazzo Chigi Francesco Caio, commissario per l’attuazione dell’Agenda digitale. Caio gli ha consegnato una bozza del Rapporto sullo stato dell’infrastruttura di banda larga in Italia commissionatogli nelle scorse settimane e redatto con l’ausilio degli esperti Gerard Pogorel, professore emerito dell’Università ParisTech di Parigi, e Scott Marcus, già advisor della Federal Communication Commission, il regolatore americano.
Il rapporto, che verrà presentato la prossima settimana, contiene un’analisi degli investimenti sin qui fatti e dei piani di sviluppo dei principali gestori, al fine di valutarne la congruenza con gli obiettivi di copertura indicati dalla Ue per il 2020, e include proposte per un ruolo più attivo della Presidenza del Consiglio nella definizione e monitoraggio della politica industriale nel settore delle comunicazioni digitali. “Daremo subito attuazione al Rapporto in maniera stringente”, afferma Letta in una nota.
Il rapporto Caio punterà il dito contro il rallentamento degli investimenti nella rete internet veloce che potrebbe seriamente ritardare il raggiungimento, da parte dell’Italia entro il 2020, degli obiettivi dell’Agenda digitale. Il rapporto sottolineerà inoltre l’obsolescenza delle reti in rame e come risulti insoddisfacente la realizzazione di reti di accesso alla banda larga, tanto che solo il 14% delle famiglie italiane ha accesso alla rete a velocità maggiori di 30 Mbit/s per scaricare dati, video e filmati. Mentre sul fronte del digital divide, sono ancora 2,3 milioni gli italiani (il 4% della popolazione) rimasti senza una copertura da servizi a banda larga da rete fissa. Ritardi che, come avrà modo di sottolineare Caio, frenano la domanda di banda larga, lo sviluppo e la competitività delle nostre aziende.
Non è la prima volta che Caio è chiamato dal governo a sondare il terreno degli investimenti per la banda larga. Nel 2009 mister Agenda digitale era stato chiamato dall’allora titolare delle Comunicazioni, Paolo Romani, a stilare un rapporto simile.