Liberty Media, la media holding guidata dal chairman John Malone, un veterano dell’industria del cavo Usa, torna a scommettere sui “tubi” che aumenteranno di valore nel momento i cui passeranno dai broadcaster ai broadband provider. Ha infatti siglato con la Charter Communications, quarto maggiore operatore del cavo americano e una delle prime dieci società della pay-tv, un accordo per rilevarne una quota del 27,3%, per un valore di 2,62 miliardi di dollari. L’accordo include circa 26,9 milioni di azioni e 1,1 milioni di warrant pagati 95,50 dollari per share, uno sconto del 2,6% sul prezzo di chiusura di lunedì. L’accordo dovrebbe diventare definitivo a inizio del secondo trimestre. Malone, il cui soprannome è “the king of cable,” ha fondato in passato la Tele-Communications, trasformandola nel maggiore operatore del cavo negli Usa. Ha poi venduto questa società alla At&t nel 1999.
“Siamo molto contenti di questo investimento nella Charter, il quarto maggior cable provider degli Stati Uniti”, ha dichiarato Greg Maffei, chief executive di Liberty. “Tom Rutledge e il suo team hanno fatto un ottimo lavoro riuscendo a restituire slancio alle attività della Charter e a migliorarne la posizione finanziaria. Siamo entusiasti all’idea di lavorare insieme al management della Charter e di unirci al cda”. Liberty ha acconsentito a non portare la sua partecipazione nella Charter sopra il 35% fino a gennaio 2016 e a non superare in seguito il 39,99%.
Secondo alcuni analisti, è proprio a queste quote che Liberty aspira. La media holding ha migliorato e affinato il suo portafoglio negli ultimi mesi, procedendo allo spin-off della rete televisiva via cavo a pagamento Starz, incrementando la partecipazione nell’operatore radio satellitare Sirius XM Radio Inc (di cui ora ha il pieno controllo) e comprando nuove azioni del promoter di concerti Live Nation Entertainment. A febbraio ha comprato la britannica Virgin Media per circa 15,7 miliardi di dollari. Secondo gli esperti, Malone starebbe applicando una tattica già utilizzata con successo in passato: comincia prendendo una quota di minoranza in una società e la incrementa nel tempo fino ad ottenerne il controllo. “Probabilmente Malone avrà un peso sempre più decisivo nelle decisioni della Charter”, nota Amy Yong, analista di Macquarie.
L’acquisizione di una quota della Charter, l’ottavo maggiore operatore di pay-Tv negli Stati Uniti, attivo in 25 Stati con circa 5,2 milioni di clienti residenziali e business cui offre servizi video, Internet e telefonici, rappresenta il primo grande investimento di Malone in un operatore del cavo Usa dopo la vendita di Tele-Communications.
“Ci soddisfa il posizionamento di mercato della Charter e siamo convinti delle sue opportunità di crescita. Crediamo che gli investimenti fatti nella rete digitale ad alta capacità, che offre Hd, tv on-demand, dati e voce ad alta velocità, saranno un beneficio sia per i clienti che per gli azionisti della Charter”, ha commentato Malone.
Anche la Charter, dopo aver incrementato il fatturato e ridotto le perdite nel quarto trimestre, si sta muovendo sul mercato: lo scorso mese si è accordata per l’acquisto dei sistemi su cavo nell’area occidentale degli Stati Uniti della Optimum West, divisione della Cablevision Systems, per circa 1,6 miliardi di dollari in contanti.