“Viviamo un momento in cui stiamo facendo i conti con quello che non è stato fatto negli ultimi 10/15 anni. E’ diventata necessaria una connessione all’altezza del telelavoro, abbiamo l’esigenza di una connettività sicura, è sentita la necessità di regolamentazione delle grandi multunazionali”. E’ una fase in cui, “nonostante l’Europa abbia legiferato molto su questi temi”, su certe questioni (come la rete unica) il Paese “non può più stare ad aspettare”.
Lo ha detto Mirella Liuzzi, Deputata Movimento 5Stelle, Commissione Trasporti e Tlc Camera, a Telco per l’Italia, l’evento CorCom-Digital360, spiegando che il comparto oggi si trova stretto fra “obiettivi ambiziosi” e “problemi strutturali”, dalla questione della manodopera alla carenza di cultura digitale. Come sopperire? “Colao ci ha riferito la sua intenzione di assegnare un punteggio maggiore, nei bandi sulle aree grigie, alle aziende che prevedono percorsi di formazione. Ma io mi aspettavo di più. Non dimentichiamo che dobbiamo rispettare una roadmap molto sfidante entro 2026, quindi il Governo deve garantire un’attenzione maggiore a questi temi, ad esempio mettendo in atto approcci intermimnisteriali per aiutare le aziende“.
Il Paese è “ancora indietro per competenze digitali”, fa notare Liuzzi. Quindi quali sono le sfide che la politica si trova ad affrontare? “Il problema è di chi andrà al governo – ha chiarito la deputata M5S -, perché dovrà agire con meno tempo a disposizione e davanti a una scadenza non imposta dallo Stato ma dalla commissione Ue”. Sarà quindi necessario ragionare anche in termini di “poteri speciali”, ad esempio per agire a livello di infrastrutturazione.
Bandi: “Sul 5G si poteva fare di più”
I bandi? Per Mariella Liuzzi si poteva fare “di più e meglio”. “Sul 5G, ad esempio, la fretta è stata una cattiva consigliera – chiarisce -. Il bando sulle aree grigie non si poteva fare diversamente, lo sappiamo. Ma sul 5G era ad esempio importante agire sulle ricadute industriali, aspetto che avrebbe riguardato lo sviluppo economico del territorio”.
In tutto questo, poi, si inserisce anche l’aggiornamento del Golden power. Ma su questo, spiega Liuzzi, forse è utile attendere. “Sì, alle aziende viene chiesto un onere maggiore – fa notare -. Oggi tuttavia non è ancora chiaro come si espliciterà tutta la parte burocratica e quali saranno nel concreto gli oneri su 5G. Quindi è utile aspettare per comprendere meglio: nonostante le richieste motivate da questioni di sicurezza, c’è anche da considerare che comunque i blocchi seri sono stati pochissimi”.