L'INTERVISTA

Liuzzi: “Sinfi a ralenti, serve un colpo di reni: premiare i Comuni virtuosi”

La deputata 5S fa il punto sul catasto delle infrastrutture, asset chiave per lo sviluppo delle reti ultraveloci: “Più del 75% delle PA locali e più del 50% delle utilities non hanno ancora conferito i dati a loro disposizione. Sanzioni per chi non collabora”

Pubblicato il 13 Dic 2018

liuzzi

Il Sinfi stenta a decollare, mettendo a rischio anche lo sviluppo delle reti ultraveloci. Malgrado gli avanzamenti delle tecnologie Gis e la loro maggiore diffusione rispetto al passato, la realizzazione del catasto delle reti appare piuttosto complessa, sia in termini di gestione complessiva che di dispiegamento del sistema dal punto di vista hardware, software e procedure operative. A frenare, oltre la sospensione anticipata dell’iniziativa multinazionale Virgoresigtry.eu – la sperimentazione era stata inizialmente presa a riferimento per la creazione del catasto nazionale federato – anche il lassismo dei Comuni che tardano a conferire i dati sulle reti che hanno in pancia. Il registro delle infrastrutture, però, consentirebbe di pianificare e facilitare lo sviluppo di reti ultrabroadband, riducendone sensibilmente i costi (20-30%, secondo le stime del governo).

Per fare il punto, nelle scorse settimane presso il Ministero dello Sviluppo Economico, sono ripartiti i lavori del Comitato di coordinamento e monitoraggio Catasto delle infrastrutture: si è dato avvio a un confronto per individuare soluzioni che accelerino l’inserimento dei dati da parte di amministrazioni pubbliche e operatori.

Mirella Liuzzi, deputata 5S in commissione Trasporti e Tlc della Camera, spiega  CorCom cosa sta succedendo e come intendono muoversi governo e maggioranza sul tema Sinfi.

Il Sinfi stenta a decollare, quali sono le cause?

Un catasto unico delle reti che riteniamo cruciale per la pianificazione degli interventi e per la valorizzazione delle informazioni disponibili, si fonda essenzialmente sulla collaborazione di tutti i soggetti coinvolti – in primis le istituzioni locali e comunali e gli operatori – nella condivisione dei dati. Dalle analisi effettuate emerge un quadro desolante con più del 75% dei Comuni e più del 50% delle utilities che non hanno ancora conferito i dati a loro disposizione.

Quali azioni si possono mettere in campo?

Per far fronte a questa mancanza di dati sono allo studio dei meccanismi di premialità per i Comuni virtuosi e di pari passo sanzioni per quelli meno collaborativi, con un effetto a cascata sui contratti di servizio delle loro utilities. Attualmente infatti non sono previste sanzioni per i Comuni che non aderiscono al Sinfi ma sono stabilite multe per gli operatori che non rispondono positivamente alle diffide del ministero.

Il governo come intende invertire il trend?

Il Ministero dello Sviluppo Economico sta proseguendo i lavori del Comitato di coordinamento e monitoraggio del Sinfi con l’obiettivo di individuare soluzioni che accelerino l’inserimento dei dati da parte di Amministrazioni pubbliche e operatori.  Nel corso della prossima seduta del Comitato, convocata per il 15 gennaio 2019, sarà discusso il regolamento per l’accesso ai dati del Sinfi nonché le proposte di Infratel sull’utilizzazione del fondo di 5 milioni di euro stanziato dal Governo per assistere i comuni nella digitalizzazione dei dati da inserire nel catasto del sottosuolo.

E’ prevista una collaborazione con Anci?

Alle riunioni del Comitato di coordinamento e monitoraggio del Sinfi partecipano i rappresentanti dell’Anci, i quali hanno esposto alcune proposte operative da mettere in campo con la collaborazione dei Comuni. Alcuni incontri con i comuni virtuosi che hanno già provveduto a conferire i dati al Sinfi hanno finora permesso di acquisire informazioni utili per accelerare il popolamento del Catasto da proporre agli altri Comuni italiani.

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