No all’uso di sistemi di geolocalizzazione dei lavoratori senza
l’accordo dei sindacati o l’autorizzazione della Direzione
provinciale del lavoro. A dirlo il Garante per la privacy che ha
bloccato il trattamento dei dati effettuato da una società
altoatesina che raccoglieva dati sui propri dipendenti tramite
l’installazione di impianti Gps su alcuni veicoli aziendali.
“Il provvedimento dell’Autorità – si legge in una nota – è
stato adottato in seguito alla segnalazione di alcuni lavoratori
che si lamentavano di essere controllati mentre si recavano presso
i clienti per attività di assistenza regolarmente programmate. Il
sistema di geolocalizzazione installato dalla società era in grado
di rivelare informazioni sui percorsi seguiti, sulle soste
effettuate o sulla velocità degli spostamenti del
personale”.
Il Garante ha ricordato che, in base allo Statuto dei lavoratori,
l’installazione di apparecchiature che possano comportare il
controllo a distanza dei dipendenti è possibile solo previo
accordo dei sindacati o con l’autorizzazione della Direzione
provinciale del lavoro. Nel corso dell’istruttoria è invece
emerso che tali procedure non erano state rispettate.
L’Autorità (relatore del provvedimento Mauro Paissan) ha quindi
disposto “il blocco di ogni ulteriore trattamento dei dati
personali riferiti ai lavoratori effettuato tramite tali strumenti
di localizzazione”. Nel caso in cui l’ Ufficio provinciale del
lavoro dovesse in futuro autorizzare l’utilizzo di sistemi di
controllo via Gps, la società dovrà comunque provvedere a
notificare al Garante il trattamento dei dati personali così
raccolti e dovrà individuare specifici incaricati del trattamento
legittimati ad accedere alle informazioni acquisite.