Il settore delle Tlc è oggi fortemente sbilanciato nel rapporto investimenti-remunerazione. L’analisi è di Roberto Loiola, presidente di Huawei per l’Europa occidentale, intervistato da Euractiv Italia, che interviene sul dibattito relativo alla nuove regole mondiali sulle Tlc che dovranno essere discusse dal’Itu e sulla proposta di Etno, basata sull’equo compenso per i servizi.
“Non abbiamo una posizione ufficiale rispetto alla proposta di Etno – sottolinea Loiola – perché non siamo parte in causa nella discussione, però riconosciamo che finalmente si è aperta una discussione su un tema importante, alla luce del fatto che il modello di business è cambiato rispetto a vent’anni fa”. Secondo il manager, oggi, nelle Tlc esiste uno sbilanciamento: “Da un lato assistiamo a un investimento molto forte da parte degli operatori telco e a un altrettanto grande investimento in ricerca e sviluppo da parte di Huawei. In entrambi i casi, purtroppo, la remunerazione è molto bassa rispetto a quella a favore dei nuovi entranti, le cosiddette aziende ‘Over the top‘ (come Google e Facebook), subentrate sul mercato negli ultimi dieci anni”.
Loiola riconosce che “il mercato europeo non è facile nemmeno per una azienda come Huawei. Il nostro successo in Europa è prima di tutto il frutto di quello conseguito su scala globale grazie alle innovazioni che abbiamo sviluppato e alla determinazione e alla volontà di investire”.
Analizzando la questione dei produttori di contenuti, Loiola ricorda che “i contenuti sono messi in campo dagli editori e broadcaster, ma tutti i soggetti della catena del valore contribuiscono allo sviluppo dei contenuti. Tra questi non ci sono soltanto le ‘Over the top’, ma gli operatori stessi e le aziende che sviluppano tecnologie, come, Huawei”.
Loliola ricorda infine che l’Europa è un mercato di fondamentale importanza per Huawei. “Nonostante il nostro quartier generale si trovi in Cina – ricorda – abbiamo deciso di aprire altre sedi strategiche, anche sul versante della ricerca e sviluppo, in Europa, ad esempio a Parigi e a Milano. Stiamo riflettendo sull’opportunità di creare in Europa una sorta di quartier generale come funzioni globali, in aggiunta alla sede principale di Shenzhen”.