L'asta per l'assegnazione delle frequenze della telefonia
mobile di quarta generazione "ha sottratto risorse agli
investimenti". Così il presidente di Telecom Italia, Franco
Bernabè a Piacenza dove ha preso parte al Festival del diritto,
commenta i risultati della prima parte dell'asta che ha
assegnato due lotti a testa alla stessa Telecom, a Vodafone e a
Wind per la banda ultra larga.
Secondo Bernabè "vengono sottratte risorse importantissime
perchè la gara ha prodotto risultati inaspettati per il Tesoro ma
che noi sapevamo sarebbe stata onerosa, per delle frequenze non
disponibili se non tra un anno e mezzo". In sostanza, ha
aggiunto "vengono sottratte risorse in un momento in cui
bisogna rilanciare la crescita. Gli investimenti nelle tlc sono
positivi e aiutano il rilancio del paese e per questo – ha
proseguito – va fatta una attenta riflessione su come verranno
utilizzati questi soldi e alla capacità di attenzione da parte
degli operatori nel mantenere i flussi di cassa".
"La disponibilità immediata delle frequenze, al costo di
passare per un percorso complicato e incerto – ha concluso –
avrebbe potuto dare una spinta agli investimenti nella telefonia
mobile di quarta generazione. In pratica la situazione è
paradossale e negativa perchè vengono sottratte risorse ad
operatori che non possono avere immediatamente a disposizione le
frequenze e di conseguenza su queste non possono fare
investimenti".
Ancora in occasione dell'evento piacentino Bernabè ha detto
che Telecom Italia è "attrezzata per reggere una grande nave
in un mare che è certamente tempestoso".
"Ovviamente anche noi soffriamo della situazione generale sia
a livello internazionale sia a livello del Paese -ha sottolineato
Bernabè- però tutto quello che abbiamo fatto ha restituito forza
e competitività all'azienda".
Il presidente ha commentato anche la manovra varata dal governo,
docendo che "rappresenta una risposta importante ai problemi
che in questo momento l'Italia ha ma è assolutamente
fondamentale che venga rilanciata la crescita".
"Altrimenti – ha proseguito – non ci sarà nessuna manovra che
potrà bastare a raggiungere gli obiettivi di contenimento del
deficit e di riduzione del debito. Qualsiasi manovra deve essere
accompagnata da una politica forte di rilancio della crescita,
perché solo la crescita ci permette di restituire il nostro
debito". E una forte politica di rilancio della crescita, ha
spiegato Bernabè, richiede "azioni concrete, non
chiacchiere".
Inoltre, secondo il manager , l'abbassamento del rating nei
confronti dell'Italia deciso dall'agenzia americana
Standard & Poor's non va letto come ''una specie di
congiura''.
''Il declassamento dell'Italia non è assolutamente una
cosa da prendere con superficialità – ha ammonito – e soprattutto
non va considerato una specie di congiura nei confronti del nostro
Paese''.
A giudizio del numero uno di Telecom, invece, ''è un
segnale serio della richiesta da parte dei mercati finanziari di
credibilità delle iniziative che vengono assunte sul piano della
politica economica''. Il campanello d'allarme suonato
da S&P, ha argomentato ancora Bernabè, ''richiede una
grande attenzione e delle risposte precise, tempestive e
efficaci". "Credo – ha aggiunto – che sottovalutare
questo segnale sarebbe un gravissimo errore''. Anche
perché, ha concluso il presidente di Telecom Italia,
''l'Italia ha le forze, le capacità, le risorse per
reagire e per rimettersi in condizione di reagire alle difficoltà
nelle quali indubbiamente siamo ma, certamente, i problemi non
vanno assolutamente sottovalutati''.