Lte, così l’Agcom spiana la strada all’advanced

Il commissario Maurizio Dècina: “Serve destinare all’Internet mobile almeno 30 MHz nella banda 700 MHz”

Pubblicato il 04 Mar 2013

Il futuro della rete mobile sfocerà nell’Lte Advanced da 1 Gigabit al secondo, entro questo decennio, ma il suo destino in Italia si giocherà a partire dalle prossime settimane. La data di lancio dell’Lte Advanced e la disponibilità di nuove frequenze agli operatori mobili dipenderà dal riordino dello spettro da parte di Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) e dalla successiva asta.

Agcom a febbraio ha infatti deciso di escludere dalla prossima asta “ex beauty contest”, per le televisioni, le frequenze 700 MHz (che sono tre in un pacchetto di sei). In precedenza si prevedeva invece che queste sarebbero state assegnate alle tv solo per cinque anni, per poi andare alla banda larga mobile, come previsto dalla legge 44/2012.

Adesso invece Agcom ritiene di dover prima riordinare le frequenze nella banda 700 MHz, per consentirne un uso efficiente. Solo dopo le metterà all’asta, direttamente agli operatori telefonici.

L’idea è comunque di “liberare 30 MHz nella banda 700 MHz, ora occupata dalla tivù, come già fatto per gli 800 MHz”, spiega Maurizio Dècina, consigliere Agcom. “L’Europa raccomanda di liberare risorse nei 700 MHz, per Internet mobile, a partire dal 2016”. Non mettendo più queste frequenze all’asta per le emittenti televisive, diventa possibile che l’Italia riesca a rispettare l’appuntamento del 2016.

Ma non sarà così semplice riordinare lo spettro. Gli operatori hanno bisogno infatti di usare MHz che siano contigui nello spettro radio, per poterci sviluppare servizi. Riordinare significa ottimizzarlo: spostare servizi su frequenze diverse in modo da avere blocchi puliti, assegnabili a singoli operatori. “Davanti a noi è necessario trovare 1 GHz se non addirittura due, entro il 2020, per i futuri standard Lte”, aveva detto Dècina al nostro giornale, poco prima di diventare consigliere Agcom.

Liberare frequenze per Internet mobile è un tema che sarà al centro del World Radiocommunication Conference (Wrc) del 2015. Con la guida dell’Itu, i Wrc hanno il compito di ridefinire gli accordi internazionali per l’uso dello spettro radio. Per allora però l’Italia deve avere già una strategia, e in questo senso sta andando il lavoro dell’Agcom.

Le esigenze degli utenti crescono e le tecnologie evolvono. Secondo l’analisi Cisco Vni Mobile 2012, il traffico Internet mobile crescerà del 90% nel 2013 e del 78% nel 2014. Servono altre frequenze Lte per soddisfare queste esigenze (com’è noto, la banda disponibile agli utenti è direttamente proporzionale alla quantità di MHz allocati). Gli operatori hanno bisogno di nuove risorse, rispetto a quelle ottenute all’asta, anche solo per sfruttare appieno le potenzialità della tecnologia Lte, a 100 Megabit. Certo sposteranno alcune frequenze dal Gsm all’Lte (Wind già dice che lo farà con i 1800 MHz); ma non basta, nel medio periodo.

Lte Advanced dà 1 GHz per cella ed è già standard. Il primo operatore mondiale a utilizzarlo, da ottobre 2012, è stato il russo Yota; l’americano AT&T prevede un lancio nella seconda metà del 2013. Entro giugno dovrebbero arrivare i primi terminali compatibili (chiavette).

Lte Advanced porta un’ulteriore efficienza nell’utilizzo delle risorse di rete grazie all’aggregazione di canali radio, a nuove tecnologie di antenna e al modello HetNet (Heterogeneus Networks). L’HetNet è qualcosa che si comincerà già a vedere nei prossimi mesi. È la possibilità, per l’operatore, di gestire in modo dinamico le proprie risorse, a seconda della domanda di traffico momento per momento: sfruttando antenne più piccole e capillari (picocelle e femtocelle) e tecnologie diverse (anche il wi-fi, su cui scaricare il traffico nei momenti di sovraccarico della rete mobile).

Gli operatori sono obbligati a rendere più sofisticato il proprio mestiere, man mano che Internet diventa un aspetto centrale del business. Un’altra occasione, in tal senso, viene dal VoLte (Voice over Lte), standard che nel 2014-2015 dovrebbe consentire di fare chiamate (e non solo internet) su rete Lte. È l’opportunità per offrire servizi voce ad alta definizione che si fondono con quelli dati (presence online, video, foto, messaggi), secondo il modello del Rich media communications. Sono servizi che genereranno 567 milioni di dollari agli operatori entro il 2016 (prevede Infonetics) e possono essere una risposta alle mosse degli over the top.

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