L’asta del 4G austriaca ha scatenato le proteste delle telco, ma per ora i due più alti tribunali del Paese respingono ogni richiesta di rinvio per i pagamenti delle licenze, i cui prezzi, a detta degli operatori, sarebbero stati “gonfiati”. La Corte costituzionale dell’Austria ha infatti deciso di non emettere un’ingiunzione che avrebbe concesso agli operatori di telefonia mobile una proroga sul pagamento dei 2 miliardi di euro dovuti per le frequenze radio di nuova generazione vinte nell’asta di ottobre.
Si tratta del terzo tentativo che va a vuoto di ottenere un rinvio per i pagamenti dopo che il principale tribunale amministrativo del Paese ha respinto la scorsa settimana la stessa richiesta presentata dagli operatori.
La notizia è stata data da T-Mobile Austria, filiale di Deutsche Telekom, che ha però sottolineato che la mancata emissione di un’ingiunzione non muta la sostanza del suo appello contro le modaità con cui l’asta del 4G è stata condotta; entrambe le alte corti austriache si pronunceranno su questa causa probabilmente nel 2014.
“T-Mobile ha nel frattempo pagato la sua quota per le licenze, circa 654 milioni di euro, rispettando la scadenza del 17 dicembre”, ha precisato la società.
Gli operatori telecom in Austria accusano il regolatore di aver condotto la gara in condizioni di non sufficiente trasparenza, costringendoli a presentare offerte più alte rispetto al valore delle frequenze. Le telco si ritengono danneggiate anche dal fatto che abbiano potuto presentare ciascuna offerte per al massimo la metà dello spettro in vendita, col rischio di rimanere tagliate fuori.
L’asta del 4G austriaca è stata la più costosa d’Europa considerato il rapporto tra il prezzo pagato dagli operatori e la popolosità dell’Austria.
Il principale tribunale amministrativo aveva anche respinto la richiesta di T-Mobile Austria di invalidare i risultati dell’asta, dopo aver rigettato la stessa richiesta avanzata dal concorrente Hutchison.
All’asta del 4G austriaca hanno infatti preso parte Telekom Austria, che ha pagato 1,03 miliardi di euro per 14 blocchi di frequenze, T-Mobile (654 milioni per 9 blocchi) e H3g di Hutchison Whampoa, che ha speso 330 milioni di euro per 5 blocchi. Fin da subito le tre telco si sono lamentate del sistema dell’asta disegnato a loro parere per accentuare l’incertezza sulle offerte concorrenti e ridurre al minimo i possibili accordi tra rivali.
“I costi esorbitanti di queste licenze privano gli operatori delle risorse di cui hanno urgente bisogno per costruire le nuove reti”, aveva commentato il Ceo di T-Mobile Austria, Andreas Bierwirth, all’indomani della vendita.