“I filtri potrebbero non essere sufficienti per risolvere il problema delle interferenze dell’Lte a 800 Mhz al segnale di ricezione del digitale terrestre televisivo. Se il segnale di trasmissione dell’Lte sarà troppo potente, nemmeno il filtro riuscirà a mitigare le interferenze al 100%”. Lo ha detto Elia Mariani, direttore didattico dell’Iplab-Rener, il centro di formazione per installatori e antennisti di Eutelsat che si trova a San Sepolcro. “Negli ultimi tempi abbiamo organizzato diversi incontri per aggiornare gli installatori sulle novità che riguardano l’Lte – aggiunge Mariani – per ora manca ancora il regolamento definitivo”.
Del resto anche l’estensione del fenomeno è difficile da prevedere. “Per ora dalle simulazioni fatte in laboratorio si stimano fra le 500mila e le 700mila abitazioni che potrebbero subire interferenze” dice Mariani. Ma esistono altre stime, in particolare elaborate dalla Cnu (Comitato nazionale utenti), secondo le quali “la percentuale di abitazioni colpite potrebbe arrivare dal 20% al 40% delle abitazioni”.
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secondo Forrester“.
Un altro aspetto problematico, secondo Mariani, riguarda l’entità del rimborso che sarà concesso per i filtri ai cittadini vittime di disturbi al segnale tv: “Dal punto di vista normativo, il comitato elettrotecnico Cei ha approvato il tipo di maschera da utilizzare – precisa Mariani – il problema è che esistono diversi tipi di filtri con questa stessa maschera, il cui prezzo oscilla da 30 euro a 120 euro. Siamo in attesa di conoscere l’entità del rimborso concesso ai cittadini”.
Ovviamente, i filtri che costano di più funzionano meglio contro le interferenze e il tipo di filtro da installare. In commercio ci sono filtri low-cost che non sono adeguati ad eliminare in toto il problema. “Ma questo aspetto, cioè che filtro installare, si dovrà contemperare con il rimborso che sarà concesso ai cittadini vittima di interferenze”, continua Mariani, che mette in evidenza un’altra incognita: “Non si sa dove gli operatori intendono accendere i ripetitori a 800 Mhz – dice – se lo faranno in grossi centri urbani, il rischio interferenza è più elevato, perché c’è una densità abitativa molto più ampia. Gli operatori però potrebbero decidere di usare gli 800 Mhz per coprire le zone meno densamente popolate, magari per la copertura dei comuni con meno di 3mila abitanti, che in base a quanto stabilito in sede di asta devono portare l’Lte in piccoli comuni in ottica anti digital divide”.
Cei: “Attenzione ai filtri low cost“
Il comitato elettrotecnico Cei ha rilasciato a fine dicembre la nuova edizione delle normative Cei100-7 introducendo le specifiche tecniche dei filtri Lte da montare sugli impianti tv esistenti per bloccare le interferenze create dai segnali in downlink 4G.
I filtri Lte a norma Cei 100-7 saranno gli unici certificati dai laboratori tecnici del Ministero delle Comunicazioni e gli unici ad essere installati e forniti dagli operatori telefonici non appena partiranno le trasmissioni 4G sulla banda 800Mhz.
“Attenzione ai filtri Lte già disponibili in commercio, soprattutto quelli low-cost, che hanno prestazioni molto lontane da quelle Cei che andranno comunque bene come filtro per le interferenze create dai dispositivi mobili (telefoni, tablet) casalinghi. Questi ultimi filtri vanno bene se montati all’ingresso della tv – si legge nel testo della normativa Cei – Per le antenne e i centralini, meglio i filtri con reiezione di almeno 15dB sul primo canale adatti a montaggio esterno, sempre se i segnali Lte 4G in ingresso non siano troppo potenti. Altrimenti l’unica soluzione è il filtro a norma Cei”.