“La trasformazione e l’evoluzione delle reti, caratterizzate da una crescente complessità, necessitano in ogni fase di un supporto sempre maggiore dell’intelligenza artificiale. La raccolta dei big data e la loro analisi, a supporto del machine learning, saranno un elemento fondamentale per abilitare e supportare la trasformazione e la transizione verso il 5G. Perché oggi qualunque soluzione di gestione delle reti passa necessariamente per una gestione dei dati che sia consapevole e strutturata, su cui si dovranno costruire i nuovi modelli”. Lo afferma in un’intervista a CorCom Massimo Luciani, direttore commerciale della divisione telecomunicazioni di Comarch, software house multinazionale che dal 1993 collabora con i principali operatori di Telecomunicazioni a livello globale per supportarli nella trasformazione delle business operations, e che annoiare tra i propri clienti Vodafone, Orange, Telefònica, Deutsche Telekom, KPN. La mission è quella di progettare, implementare e integrare Oss e Bss che aiutano le Telco non solo a efficientare i processi di business e incrementare i profitti, ma anche a creare una customer experience personalizzata e sviluppare servizi innovativi orientati al cliente.
Luciani, come sta cambiando il mondo delle telco e qual è oggi il ruolo di Comarch nel supportare questo cambiamento? Che sfide pone il 5G?
Il cambiamento principale sta nel fatto che gli operatori si stanno progressivamente trasformando da communication service provider a piattaforme per la fornitura di soluzioni as a service. E’ una tendenza ormai generalizzata, insieme a quella della sinergia tra le infrastrutture, che siano fisiche, cloud o di spettro, come nel caso dell’access network sharing. In questo quadro in Comarch forniamo un ecosistema software flessibile e convergente, che va dal planning alla manutenzione, e che comprende la realizzazione della rete e l’assurance, con la possibilità di integrare anche le piattaforme di servizio. Come software company abbiamo il ruolo di supportare l’integrazione, la crescita e la trasformazione delle reti e di integrarle con le nuove piattaforme. La sfida principale per le telco, in questo quadro, è infatti quella ritrovare nuovi modelli di business per revenues che siano sostenibili: il modello Arpu, quello dell’average revenue per unit, è ormai infatti difficilmente sostenibile: i ricavi arriveranno sempre più dalle attività delle telco nel nuovo ruolo di service provider.
Quali sono i driver di innovazione principali che emergono a livello internazionale?
In primo piano vedo senza dubbio lo sviluppo di servizi in cloud, che va di pari passo con la migrazione di infrastrutture e servizi su soluzioni cloud. Insieme a questo ci sono ovviamente l’automazione, l’intelligenza artificiale basata sull’analisi dei big data. Le infrastrutture si stanno trasformando da fisiche a cloud based, uno dei requisiti fondamentali per la trasformazione delle reti in ottica 5G. Le aziende di telecomunicazioni sono ormai molto sensibili a questi temi, registriamo un trend importante in questo senso che riguarda tutti i principali operatori. Nella fase di transizione la sfida ulteriore sarà quella di riuscire a gestire reti che per un po’ di tempo saranno ancora molto eterogenee, moderne ma basate su alcune infrastrutture legacy.
La manutenzione predittiva per la network assurance: attraverso quali strumenti è possibile rendere le infrastrutture di telecomunicazione sempre più efficienti?
La manutenzione predittiva si basa sull’introduzione del machine learning e dell’intelligenza artificiale nel campo dell’assurance. Il primo passaggio è quello dalla generazione “manuale” dei ticket all’automazione. Ma dopo di questo ci sarà la capacità non soltanto di rilevare, ma di prevedere le criticità: sarà possibile integrando i diversi casi d’uso e costruendo una banca dati ampia, aumentando sempre più la base di informazioni. Sarà una capacità sempre più importante in ottica 5G, che richiede servizi in real time e necessita di strumenti di diagnosi sempre più veloci, garantendo che livelli di automazione e di predizione che possano limitare drasticamente ogni anomalia.
Tornando al 5G, una delle caratteristiche più importanti del nuovo standard è il network slicing. Come si sta muovendo Comarch in questo campo?
Siamo molto attivi nel seguire le evoluzioni degli operatori. Alla base del concetto di network slicing c’è la trasformazione delle network operations in service operations: la gestione della rete diventerà in pratica la gestione di un servizio. Per arrivare a questo costruiamo un sistema di orchestration che va appunto dal planning all’assurance, permettendo così di presentare le slice, “fette” o porzioni di rete, come se fossero servizi usufruibili da terze parti. In questa evoluzione del sistema di gestione della rete Comarch si pone come driver per la costruzione di un “umbrella” per la 5G slice orchestration.
Come si può rendere “semplice” la complessità che comporta questa sfida?
Mascherando la complessità delle reti con strati di adattamento, grazie alla mediazione e all’analisi di tutte le informazioni che vengono dalla rete. Si tratta di correlare e presentare le informazioni in un formato semplificato per i partner. Proprio questa è la nostra mission: siamo un provider che sviluppa soluzioni flessibili e agnostiche rispetto alle infrastrutture, e che finora ha accumulato un’importante esperienza grazie ai database dei principali vendor nostri partner.
L’IoT è uno dei settori che con il 5G conoscerà probabilmente un boom. Di che tipo di soluzioni necessita per funzionare al meglio?
I fattori principali per gestire la situazione in maniera sostenibile sono le tecnologie a basso consumo per la parte trasmissiva, a partire dal Narrowband IoT e LoRa, che permettono di gestire in maniera efficiente il consumo e lo spettro, risorsa limitata, condivisa e preziosa. Dal punto di vista delle soluzioni di gestione la sfida principale è quella della flessibilità e della convergenza, caratteristiche che dovranno consentire di gestire ogni genere di dispositivo, da quelli domestici per la smart home a quelli per la smart city fino all’industria 4.0, convogliando un enorme flusso di informazioni.
Una delle grandi sfide del momento è la migrazione al cloud delle aziende. Cosa si può fare per offrire a cloud service provider e operatori di rete la soluzione più adatta alle rispettive esigenze?
In questo momento gli operatori del settore stanno cercando di di portare quanti più servizi possibile in cloud. La prospettiva sempre più concreta è quella dello sviluppo di soluzioni di edge cloud, che saranno la conseguenza dello sviluppo di edge data center su cui far correre nuovi servizi. Se dal punto di vista del core business delle telco, quello delle reti, siamo ancora a una fase di studio e di sviluppo di soluzioni, nel campo dei servizi il passaggio è già avvenuto, ad esempio per le soluzioni Business support system come il customer care. Le nostre Iot platform, ad esempio, sono sviluppate in cloud e vengono vendute come servizi in cloud.