Il vecchio Pos è insidiato dal giovane Nfc. Ma non ha nessuna intenzione di cedere il passo, anzi. Di fronte all’avanzare della tecnologia che permette di pagare con il cellulare si difende rilanciando il suo ruolo che prevede nuove funzionalità. “Il Pos – spiega Luciano Cavazzana, amministratore delegato di Ingenico Italia – deve allargare il suo raggio d’azione diventando un punto di accettazione di servizi come gift card, raccolte punti, ricarica prepagate, loyalty fino ai buoni pasto elettronici”.
D’altronde negli Stati Uniti l’avvento degli smartphone da utilizzare per il pagamento elettronico non ha ridotto il numero di Pos in circolazione. Per questo, ancora per lungo tempo, di questo è convinto Cavazzana, vedremo in circolazione nei punti vendita i “vecchi” device attrezzati però con nuove funzionalità.
Una buona notizia per il business di Ingenico che presidia saldamente il mondo Pos senza per questo tralasciare tutto ciò che riguarda l’innovazione. Le lezioni che arrivano dal mondo tecnologico, osserva il numero uno della filiale italiana, sono molto chiare. Basta guardare cosa è successo a Nokia per capire che rilassarsi o sbagliare scelte strategiche può significare la catastrofe.
Per questo “bisogna sempre stare all’erta” soprattutto in un momento come questo che Cavazzana giudica di grande fermento per il settore. “Dopo quasi trent’anni di pagamenti elettronici in Italia stiamo vivendo un momento di grande entusiasmo”. Se ne parla parecchio e soprattutto non ci si ferma alle chiacchiere. La tecnologia è matura, consolidata, lo standard esiste e l’Nfc “da chimera sta diventando una realtà”.
La crisi in questo caso ha un effetto positivo perché se da una parte la gestione del contante ha un costo, che è possibile eliminare con i pagamenti elettronici, dall’altra anche i governi stanno forzando la mano verso questo tipo di soluzioni che grazie alla tracciabilità permettono di combattere l’evasione fiscale. “L’automazione che porta saving combatte la crisi” è l’opinione dell’ad di Ingenico che in Italia, un mercato mai in sofferenza negli anni, ma mai decollato come numero di transazioni di pagamento, vanta una market share più forte rispetto alla media.
E la debolezza del mercato, 90% di transazioni in contanti rispetto a una media europea del 65%, oggi si trasforma in grande possibilità di crescita vista anche la diffusione degli smartphone. Cavazzana è convinto che bisogna cavalcare la rivoluzione e non ostacolarla, anche perché “agli utenti piace più il cellulare che la carta di credito”. In questo senso va la certificazione MasterCard PayPass 3.0 ottenuta da Ingenico che permette ai terminali di accettare i pagamenti contactless sia tramite carta sia dai cellulari abilitati Nfc. Ma un ruolo importante la società, quotata alla Borsa di Parigi, con un parco installato di oltre 17 milioni di terminali in 125 Paesi e più di un miliardo di euro di fatturato, può averlo nella sicurezza per la gestione del pagamento. Con un occhio alla grande distribuzione, dove le opportunità sono già presenti, e ai settori dove è prevista l’assistenza o consegna a domicilio. “Il mercato è maturato molto” e Ingenico è pronta a raccogliere i frutti allargando la value chain per gestire la transazione nel suo complesso. E non c’è bisogno di fare accordi con tutti i produttori di smartphone. A parte Apple, Ingenico infatti non vanta intese particolari. “La tecnologia dei cellulari procede troppo velocemente rispetto alla nostra – spiega Cavazzana -. Per questo non prevediamo l’integrazione fisica delle soluzioni ma lavoriamo per esempio con un’interfaccia bluetooth”.
La trasformazione del telefonino da oggetto personale a strumento di lavoro spiana la strada a una serie di innovazioni. L’Nfc ha superato il punto di non ritorno è l’opinione dell’amministratore delegato di Ingenico che prevede l’esplosione dei pagamenti in mobilità entro due-tre anni senza che il Pos passi di moda. “L’esercente avrà ancora bisogno di uno strumento per accettare le carte”.