Internet veloce sì, ma senza costi aggiuntivi per lo stato. Alla
sezione "Disposizioni per lo sviluppo", la manovra
economica – oggi al vaglio del Senato – il governo spinge
l’acceleratore sulle nuove reti a cui possono essere destinate
risorse pubbliche “anche afferenti agli interventi cofinanziati
dai Fondi strutturali europei 2007 /2013 – si legge
all’articolo 30 del documento – ed eventualmente finanziate
“nell'ambito delle procedure di riprogrammazione e
accelerazione della spesa delle risorse previste dalla delibera
Cipe n. 1 dell'11 gennaio 2011”. Tutto questo senza
"nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato".
Ai fini del raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda digitale
europea, concernenti il diritto di accesso a internet per tutti i
cittadini "ad una velocità di connessione superiore a 30
Mb/s" (e almeno per il 50% " al di sopra di 100
Mb/s") – puntualizza il testo – il Ministero dello Sviluppo
Economico, con il concorso delle imprese e gli enti titolari di
reti e impianti di comunicazione elettronica fissa o mobile,
predispone un progetto strategico nel quale, sulla base del
principio di sussidiarietà orizzontale e di partenariato pubblico
– privato, sono individuati gli interventi finalizzati alla
realizzazione dell'infrastruttura di telecomunicazione a banda
larga e ultralarga, anche mediante la valorizzazione,
l'ammodernamento e il coordinamento delle infrastrutture
esistenti.
Il progetto strategico è finalizzato alla realizzazione di
infrastrutture passive, aperte e neutre, per lo sviluppo di reti di
comunicazione elettronica a banda larga e ultralarga per accelerare
il raggiungimento dell'obiettivo. L’Agcom è competente alla
definizione del sistema tariffario in modo da incentivare gli
investimenti necessari alla realizzazione della predetta
infrastruttura nazionale e da assicurare comunque una adeguata
remunerazione dei capitali investiti.