Se cercate eccellenze tecnologiche italiane, non potete evitare di
salire in orbita, sui tre satelliti di Cosmo-SkyMed. Il quarto, che
concluderà la serie, verrà lanciato il prossimo autunno.
“Puntiamo a fornire al mercato, militare e civile, immagini con
una risoluzione fino a un metro e una capacità di rilevazione di
circa 2.400.000 chilometri quadrati al giorno, per applicazioni di
sicurezza, sorveglianza del territorio, monitoraggio ambientale e
gestione delle risorse naturali”, spiega Marcello
Maranesi, ceo di e-Geos, società costituita da
Telespazio-Finmeccanica (80%) e Asi (20%) col compito di gestire le
attività di osservazione della terra di Cosmo-SkyMed: acquisizione
ed elaborazione dei dati, sviluppo dei prodotti,
commercializzazione.
Che significa questa mission?
Significa che per il satellite si apre una nuova era di sviluppo
fatto di applicazioni cui potranno accedere direttamente anche i
cittadini: il navigatore satellitare nelle auto ne è un semplice
battistrada. Nascerà un nuovo, significativo business. L’Italia
è leader mondiale. I satelliti sono stati sviluppati da Thales
Alenia Space Italia, il Ground segment e le operazioni sono
affidate a Telespazio, la commercializzazione è di e-Geos: tutta
tecnologia e impegno italiani. Come i nostri, vi sono solo un
satellite tedesco e uno canadese che però non hanno la continuità
operativa e le ridondanze del nostro sistema. È il risultato della
lungimiranza del sistema Paese: Finmeccanica, il governo italiano,
il ministero della Difesa, l’Asi, Telespazio e Thales Alenia
Space Italia insieme hanno dato vita a un progetto innovativo e
unico non solo come tecnologia ma come costellazione satellitare
operativa. A giugno 2007, quando è stato lanciato il primo
satellite, nessuno ci conosceva: ora ci cercano da tutto il
mondo.
Quali servizi offrirete ai cittadini?
Di ogni genere. Le faccio un esempio banale. Con un telefonino
collegato al Gps e un’applicazione Google Maps basterà
fotografare una buca su una strada ed inviare un mms: gli uffici
comunali potranno sapere immediatamente dove è quella buca,
valutarne la gravità ed intervenire con cognizione di causa. Per
poi magari mandare un sms al cittadino per dire che il problema è
stato risolto. È solo un esempio di come il satellite può servire
a risolvere problemi comuni favorendo il dialogo
cittadini-istituzioni con strumenti facili da gestire. Il satellite
non è qualcosa di misterioso e lontano; è uno strumento che ci
aiuta a vivere meglio.
Cosa implica questa visione?
Che diventa più importante la capacità di combinare Earth
Observation e Geospatial Information. Si tratta di integrare le
informazioni del satellite, radar o ottiche, con quelle degli aerei
e con i rilievi a terra. Il satellite ha il vantaggio della
sinotticità, del quadro generale; le altre tecnologie apportano
specificità informative. Quando è stato concepito, qualche anno
fa, l’acronimo e-Geos stava per Electronics-Global Earth
Observation Services. Mi piacerebbe trasformarlo in e-Geospatial
Services, dandogli un afflato più ampio. Un po’ come Google che
prima ha fatto le mappe satellitari e poi le ha integrate con le
riprese su strada. La multimedialità implica la
multisorgenzialità. Non c’è più una tecnologia che prevale
sull’altra. Earth Observation, Tlc, informatica, sistemistica:
tutto è fuso in un unico insieme.
Che ruolo può avere l’Italia?
Lo ribadisco: di leadership mondiale. Lo dimostra il contratto del
valore fino a 85 milioni di dollari con la National Geospatial
Intelligence Agency americana cui forniremo nei prossimi cinque
anni dati, prodotti e servizi di Cosmo-SkyMed. Stiamo portando
avanti diverse iniziative in Cina, Giappone, Australia, Russia. I
nostri radar sono un gioiello tecnologico che consente di ottenere
ottime immagini anche in condizioni di tempo impossibili per i
satelliti ottici. Siamo in grado di “fotografare” una fuga di
petrolio di notte o con cielo nuvoloso. Un settore in crescita è
la maritime surveillance per monitorare inquinamento del mare,
scarichi abusivi delle navi, trasporti clandestini, azioni di
pirateria. Lavoriamo con aziende come Eni, Shell, Total per
monitorare i pozzi petroliferi. I nostri satelliti si sono
dimostrati preziosi per il monitoraggio delle aree colpite da
calamità naturali, dall’Abruzzo ad Haiti, per tenere sotto
osservazione zone territoriali fragili come le foreste
dell’Amazzonia aiutando a combattere l’illegal logging. Non ci
limitiamo a fornire immagini, le interpretiamo: individuiamo le
strade da utilizzare nelle emergenze o il grado di impatto di un
terremoto. Col ministero dell’Ambiente stiamo facendo la
mappatura del rischio idrogeologico in Italia. È un progetto unico
al mondo. Ebbene, vogliamo esportarlo ovunque.
È nato un nuovo mercato?
Quando e-Geos è partita, non c’era nulla. Commercialmente siamo
agli inizi, ma abbiamo posto le basi per un business molto
promettente: sta iniziando una fase nuova. Il primo passaggio è
stato la messa a punto del sistema Cosmo-SkyMed, delle sue
caratteristiche, performance, coverage, risoluzione, polarimetria.
Tutte cose apprezzate dal mercato Difesa & Security e dagli esperti
tecnico-scientifici. Ora stiamo passando alla proposta, ad un
mercato più ampio, di applicazioni come cartografia tematica e
geologica, maritime surveillance per oil spill e ship detection,
interferometria per frane e subsidenza, controllo delle
coltivazioni. Grazie alla collaborazione con Agea e Sin abbiamo
sperimentato l’uso di Cosmo-SkyMed per gli aiuti comunitari
all’agricoltura e a breve verranno adottate nuove metodologie di
controllo anche in inverno, quando il radar è l’unica fonte
possibile di dati. I clienti potenziali diventano anche PA e
industrie. Si tratta di utenze che non hanno interesse né sono in
grado di comprare i dati radar grezzi per elaborarseli da soli. È
un servizio in più che offre e-Geos: valore aggiunto in più da
proporre a un mercato più ampio.
Come l’mms per le buche.
Era solo un esempio. I 27 paesi dell’Ue hanno lanciato un
progetto chiamato BlueMassMed di cui l’Italia, tramite Asi, è
co-leader con la Francia. Servirà a combattere l’oil spill
illegale in mare. I nostri satelliti controlleranno la situazione:
segnaleremo tempestivamente le situazioni critiche alle motovedette
dei Paesi interessati che saranno in grado di intervenire e colpire
i responsabili. I satelliti per telerilevamento ad alta
risoluzione, radar e ottici, diventeranno i compagni della nostra
vita di tutti i giorni.
Accennava a Google.
Abbiamo già fornito loro immagini e collaborato per alcune
applicazioni specifiche. Ora stiamo lavorando a nuovi progetti. Ad
esempio, sono interessati alle mappature del rischio idrogeologico.
A Google interessano immagini con valenza di massa. Possiamo
offrire anche questo tipo di prodotto come mappe della
deforestazione o del ritiro dei ghiacciai. Penso che su questi
servizi Google arriverà persino prima di iniziative internazionali
a carattere istituzionale.