“È necessario trovare un giusto equilibrio tra esigenze del
consumatore ed esigenze delle aziende che devono trovare interesse
ad investire nelle reti di nuova generazione. Per questo il
regolatore deve essere molto attento e prudente”: parola di uno
che se ne intende, Kevin J. Martin. Infatti è stato per quattro
anni, dal marzo 2005 a gennaio 2009, chairman di FCC, la Federal
Communications Commission, l’Agcom degli Stati Uniti. In questi
giorni Martin è in Italia. Il suo compleanno lo ha celebrato ieri
sera ospite un dinner organizzato dal presidente
dell’associazione Puntoit, Luigi Gambardella; stamane ha
partecipato ad una tavola rotonda promossa da Business
International a discutere di regole e reti di nuova generazione col
presidente dell’autorità italiana, Corrado Calabrò.
“Nella nostra esperienza abbiamo cercato di promuovere il mercato
e le ragioni dei consumatori, ma anche di favorire gli investimenti
con una regolazione che sostenesse gli sforzi delle aziende”, ha
spiegato. “I fatti ci hanno dato ragione. Abbiamo cercato di
rompere le barriere all’investimento come certe regole
sull’unbundling o sulle tariffe, ma anche di garantire
l’accesso ai consumatori come quando abbiamo stoppato Comcast che
voleva impedire il P2P ai propri clienti.
“Più che con regole rigide – ho sottolineato Martin –
abbiamo cercato di agire sulla base di principi generali. Quattro i
nostri capisaldi di allora: il diritto del consumatore ad accedere
ai contenuti legali che preferisce; il diritto di usare le
applicazioni preferite; il diritto al collegarsi alla rete con le
device di propria scelta, il diritto alla concorrenza fra provider,
detentori di contenuti, tecnologie”.
L’amministrazione Obama ha aggiunto altri due “principi”: di
non discriminazione (il provider non può discriminare fra
contenuti e applicazioni); di trasparenza (rendere note le proprie
prassi operative degli operatori). Un allargamento “molto
controverso”perché secondo gli operatori di rete “i due nuovi
principi potrebbero avere un impatto negativo sugli investimenti
nelle nuove reti”. Il tema è comunque bollente anche negli Usa.
La controversia fra Google e gli editori della carta stampata ne è
soltanto uno degli aspetti.