Gli operatori hanno a disposizione un’enorme mole di informazioni relative ai loro clienti, ma devono sbrigarsi a sfruttarle per evitare che il pallino passi in mano agli Ott. Questa la posizione dell’operatore americano Sprint: se le telco diventassero qualcosa di diverso rispetto a dei semplici dumb pipe (tubi vuoti), “potremmo comunque sopravvivere semplicemente sfruttando gli analytics”, ha detto Von McConnell, director of technology development and strategy di Sprint, al Broadband World Forum di Amsterdam che ha poi aggiunto: “Gli operatori Tlc sono fra i maggiori provider di servizi per database al mondo, ma non abbiamo le competenze per sfruttare i dati – ha detto – Noi vendiamo minuti voce e cellulari. Questo facciamo, non abbiamo scienziati specializzati in dati. Ma è necessario che ci muoviamo verso un approccio più scientifico nel campo dei dati”.
E mentre le telco si dibattono fra diversi sistemi, tutti basati su strumenti di analisi diversi fra loro, e devono affrontare i regolatori sul fronte della privacy, gli Ott vanno avanti. Player come Google e Amazon sfruttano già gli analytics per piazzare l’advertising. “C’è un intero mercato da 260 miliardi di dollari là fuori che sta cercando in tutti i modi di arrivare ai dati – aggiunge McConnell – gli operatori devono quanto meno trovare un sistema per armonizzare il trattamento dei dati dei clienti”. Un processo di armonizzazione che secondo il manager di Sprint deve avvenire nei prossimi 3 o 4 anni, altrimenti gli Ott avranno preso il volo grazie agli analytics. Dati che sono già fonte di servizi e reddito per le telco, ad esempio con la localizzazione e l’analisi della performance dei network.