Summit ad Arcore tra Rupert Murdoch e Silvio Berlusconi. L’incontro, confermato oggi dal vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, a margine dell’assemblea degli azionisti del Gruppo, sarebbe avvenuto ieri sera. Tra il fondatore di Mediaset e il tycoon australiano il punto principale all’ordine del giorno sarebbe stata, secondo quanto ancicipato da MF, la possibile integrazione tra le attività italiane di Sky e Mediaset Premium, la tv a pagamento del Biscione che ha acquisito i diritti per la Champions league fino al 2018. Quello di ieri sarebbe il primo incontro d’affari tra i due dopo quelli del 1998, quando Berlusconi rifiutò un’offerta di Murdoch di 7mila miliardi di lire per rilevare Mediaset.
“Incontri di questo genere – ha detto Pier Silvio Berlusconi – sono nella norma e i nostri rapporti con la famiglia Murdoch sono di lunghissima data e continuativi. Siamo al centro dei giochi ma noi non siamo venditori, semmai siamo aperti a partnership di minoranza. Ma a loro potrebbe interessare? Non facciamoci film che non ci sono, siamo aperti a partnership ma non siamo venditori e vedo difficile tenere questa posizione con Sky“.
Il vicepresidente di Mediaset è anche tornato sull’interesse di Vivendi per Mediaset: tra le due aziende “ci sono buone possibilità di lavorare assieme – ha detto – ma comunque il nostro controllo di Mediaset non è in discussione”. Il titolo Mediaset, con l’azienda finita sotto ai riflettori proprio per le voci di un interesse e di una possibile offerta di Vivendi al Biscione, ha iniziato per il terzo giorno consecutivo le contrattazioni con il segno più, registrando un +1,57% a 4,784 euro, dopo aver chiuso a +8,2 lunedì e a +0,66 ieri. “Con Vivendi i rapporti sono ottimi, gli ambiti di collaborazioni tanti, dalla pay tv fino alla possibilità di trovare un accordo che crei un’offerta di banda larga su triple pay” – ha aggiunto il vicepreisdente – non ci sono progetti che vedranno il via a brevissimo, ma ci sono buone possibilità di lavorare insieme”. “Siamo corteggiati dalle società telefoniche, ma un semplice accordo commerciale non ci interessa, a differenza di un accordo più ampio. Con Vivendi e Telefonica, in futuro potremmo lavorare, ma al momento non c’è nulla. Non siamo partiti alla ricerca di nuovi soci, ma siamo stati cercati da diversi gruppi. Oggi abbiamo una posizione sul mercato italiano con Premium, grazie al calcio ma non solo, grazie a cui siamo al centro dei giochi”.
L’eventualità di una fusione tra le due Tv a pagamento era stata finora negata dagli interessati, anche se le voci avevano ripreso a circolare con insistenza nelle ultime settimane, soprattutto dopo che era stata indicata come fattibile da Tarak Ben Ammar, il finanziere franco-tunisino, che conosce entrambi gli imprenditori e che di recente è entrato nel board di Vivendi su indicazione di Vincent Bolloré.
La notizia dell’incontro tra Berlusconi e Murdoch, secondo gli analisti di Equita Sim, “è sicuramente positiva perché conferma l’interesse per Mediaset Premium da parte dei principali gruppi media nel settore e permette a Mediaset di massimizzare la valorizzazione della società. La creazione di un unico operatore pay-tv dovrebbe permettere di creare maggiori sinergie (costo dei diritti, nessuna guerra di prezzo sui clienti); ci potrebbero essere dall’altro lato dei problemi antitrust, già superati in passato con l’imposizione della rivendita dei diritti del calcio”.
“Le indiscrezioni di stampa – sottolineano da Icbpi – tengono alto l’appeal speculativo di Mediaset, che con una cessione a Sky valorizzerebbe probabilmente nel miglior modo possibile le attività pay, a premio rispetto all’enterprise value di 819 mln euro riconosciuto in occasione della cessione dell’11,1% a Telefonica. L’esclusiva sui diritti Champions League per il triennio 2015-18 rappresenta un importante fattore positivo per Mediaset in un’eventuale trattativa. Gli ostacoli maggiori potrebbero arrivare dall’Antitrust, perché una situazione di sostanziale monopolio nella pay tv rischierebbe di penalizzare consumatori e fornitori di contenuti”.
Più scettica la posizione di Fidentiis, con gli analisti che hanno dubbi sul fatto che “Sky possa pagare Premium sulla base della stessa valutazione della quota di Telefonica (900 mln euro) considerando che la pay-tv genererà cassa solo dal 2017 e che per farlo avrebbe bisogno di attirare clienti diversi da Sky. La speculazione sul fatto che Vivendi possa acquistare una quota di Mediaset ha più senso – continuano – questo sarebbe un buon deal per entrambe le parti coinvolte. Primo, potrebbe dare a Mediaset un partner industriale credibile, e poi consentirebbe a Vivendi di avere accesso sia al mercato media italiano sia a quello spagnolo. Terzo, se il deal includesse azioni Telecom potrebbe anche permettere a Fininvest di diversificare il suo portafoglio”.