LA BATTAGLIA

Mediaset-Vivendi, Berlusconi: “Scontro costato a Premium 100 milioni”

L’Ad della media company rilancia nel giorno in cui de Puyfontaine verrà ascoltato in Agcom (la settimana prossima toccherà ai vertici di Mediaset). L’authority conferma il 21 aprile come termine per il “verdetto”: sulla pronuncia incideranno le proposte per il nuovo board Tim. Slitta a ottobre il processo civile

Pubblicato il 23 Mar 2017

“L’affaire Premium ha avuto un impatto di 100mln nel 2016 sui conti della società”: – lo ha detto l’Ad Mediaset Pier Silvio Berlusconi mantenendo così alti i toni dello scontro con Vivendi nel giorno in cui la società francese sarà ascoltata da Agcom e prima della pronuncia dell’authority. “Non stiamo parlando di 100 milioni di perdite – ha specificato l’ad – in quanto questo importo deriva “dalla contrazione sul valore delle azioni perché c’era lo scambio dal periodo di intel management perche’ ci hanno fatto comprare e fare accordi che non avremmo fatto”, per non parlare del “rallentamento della politica commerciale che fino all’ultimo non è stata fatta e ci hanno fatto fare tutta una serie di iniziative promozionali”. L’amministratore delegato di Mediaset ha confermato che gli abbonati Premium sono stabili sui 2 milioni.

In attesa della pronuncia dell’Agcom “Rispetteremo le tempistiche: i termini scadono il 21 aprile ed entro quella data saremo pronti a decidere”. Così Antonio Nicita, commissario Agcom, ha risposto a margine di un convegno circa il pronunciamento dell’Autorità sull’istruttoria aperta per valutare se la presenza di Vivendi sia nel capitale di Telecom Italia sia in quello di Mediaset, sia compatibile con la legislazione vigente. La decisione, che farà giurisprudenza in materia, darà anche le basi ai contendenti per poter trovare un eventuale accordo.

La partita è apertissima anche sul fronte legale, ma in questo caso i tempi saranno lunghi. Mediaset e Vivendi avevano sicuramente messo in conto che il processo civile al Tribunale di Milano per l’affaire Premium avrebbe avuto tempi lunghi. E così sarà, visto che il risultato della prima udienza andata in scena martedì scorso è un rinvio del procedimento giudiziario a ottobre, precisamente al 24. Alle due cause aperte dalle citazioni di Mediaset e della sua controllante Fininvest si è aggiunta subito dopo la domanda riconvenzionale della media company francese, che ha chiesto alle due società della famiglia Berlusconi il risarcimento danni per diffamazione. I legali di Cologno Monzese hanno risposto aggiungendo alla domanda iniziale e chiedendo in aula anch’essi un risarcimento dopo le parole del ceo di Vivendi, Arnaud De Puyfontaine, rilasciate il giorno prima dell’udienza.

Molta carne al fuoco per il giudice del Tribunale Vincenzo Perozziello, che ha deciso di rinviare il processo a causa dell’obbligo di mediazione previsto per i due casi di presunta diffamazione. Visti i toni dello scontro questo appare un passaggio quasi inutile, anche se non è da escludere che possa essere l’occasione per sedersi al tavolo con uno spirito diverso. E anche gli oltre 6 mesi che separano Mediaset e Vivendi dalla ripresa del processo potrebbero aprire nuovi scenari d’intesa. A smuovere le acque sarà senz’altro la pronuncia dell’Agcom sull’ammissibilità della doppia partecipazione di Vivendi in Mediaset e Telecom Italia e in particolare il controllo francese della telco italiana.

Oggi pomeriggio il ceo della media company francese sarà ascoltato dall’authority, mentre la prossima settimana dovrebbe toccare ai manager del gruppo italiano. “Quella di oggi non è un’audizione, ma un incontro fuori dalle procedure, in cui i vertici aziendali illustreranno al consiglio quanto hanno già anticipato agli uffici”, ha spiegato il commissario. Interpellato sul tema, il presidente dell’Agcom, Marcello Cardani, non ha voluto commentare dicendo solo che non si esprimerà in alcun modo sull’argomento “prima dei prossimi 10-15 giorni”.

Chi auspica una riapertura delle trattive è Tarak Ben Ammar, impreditore tunisino che siede nei cda di Mediobanca e Telecom e che è stato fra i mediatori della trattiva su Premium: “Per adesso non c’è stato alcun dialogo, ma mai dire mai – ha affermato Tarak Ben Ammar a margine del consiglio di amministrazione di Mediobanca – Mi auguro che la ragione prevalga: le guerre non giovano alle aziende e speriamo che l’emotività venga messa da parte”. L’imprenditore si è anche espresso sull’ipotesi di un accordo fra Mediaset e Telecom per una corsa congiunta ai diritti sportivi del calcio. “Il movimento mondiale del digitale, dei contenuti, della telefonia va ad una tale velocità che niente è escluso e niente è confermato, ma la prima cosa che Telecom ha è l’assemblea e il nuovo cda”.

Anche l’amministratore delegato di Mediaset Pier Silvio Berlusconi ha parlato oggi del rapporto con Telecom Italia, spiegando che la sitazione è fluida: “Capisco che sia un’ipotesi affascinante. Tutto e’ possibile, però con questo non voglio dirvi che c’e’ un’apertura. Siamo in una fase molto fluida”. Un neo nel rapporto Mediaset-Tim è oggi rappresentato dagli accordi fra le piattaforme Premium Online e Tim Vision, che prevedeva un minimo garantito annuo di 140mila nuovi clienti. In autunno i vertici di Premium avevano spiegato che questa quota non era stata raggiunta. “Con Tim non siamo in un contenzioso – sottolinea Berlusconi junior – ma senza fare giri di parole non stanno rispettando il contratto e una soluzione va trovata”.

Oggi pomeriggio si riunisce inoltre il board di Telecom, da cui potrebbero nascere conseguenze importanti sul caso Mediaset-Vivendi. Il consiglio di amministrazione è chiamato a confermare i risultati preliminari già annunciati e a convocare l’assemblea fissata per il 4 maggio. In quella circostanza i soci saranno chiamati a rinnovare la composizione del cda, la cui composizione a 17 membri è frutto dell’allargamento post ingresso di Vivendi nel capitale azionario. Le modalità di rinnovo, sottolinea oggi il Sole24Ore, potranno avere una certa influenza sul verdetto dell’Agcom, visto che il tema caldo riguarda il controllo della telco da parte di Vivendi.

Secondo Milano-Finanza, se le liste per il cda di Vivendi dovessero contenere il nome dell’attuale amministratore delegato Flavio Cattaneo sarebbe difficile per i francesi sostenere di non detenere il controllo di Telecom, pregiudicando così una pronuncia favorevole dell’Agcom. La pronuncia dell’Autorità presieduta da Cardani arriverà entro il 21 aprile. E le ipotesi sono le più disparate, con l’Autorità che potrebbe anche obbligare Vivendi a diminuire la sua partecipazione in Mediaset o a scegliere fra diverse opzioni di presenza nel capitale delle due società di cui oggi detiene quote superiori al 24%.

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