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Mediaset-Vivendi, la guerra legale allontana un nuovo accordo

La richiesta di sequestro di azioni proprie non è servita a stanare Bolloré. Sarà discussa l’8 novembre al Tribunale di Milano e difficile, se non impossibile, che si giunga a una nuova intesa su Premium prima di quella data

Pubblicato il 14 Ott 2016

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Se Mediaset sperava di stanare Vivendi con la richiesta di sequestro del 3,5% di capitale in azioni proprie della media company probabilmente rimarrà delusa. Il nuovo atto nella guerra legale tra le due compagnie dopo l’accordo siglato ad aprile e naufragato a fine estate avrebbe avuto l’effetto di irrigidire Bolloré e soci. Secondo il Sole24Ore la via a un compromesso alternativo si è complicata, o almeno difficilmente potrà arrivare prima dell’8 novembre. Quel giorno davanti al giudice civile Vincenzo Perrozziello verrà discussa la domanda di sequestro avanzata da Cologno Monzese e i legali di entrambe le parti in causa si stanno concentrando proprio su questo appuntamento. Come riporta il quotidiano economico, il sequestro in questione è “giudiziario” e non “cautelare” come era inizialmente sembrato.

Ciò significa che il 3,5% del capitale rimarrà nella piena proprietà di Vivendi, che ha in portafoglio il 6,9% in azioni proprie senza diritto di voto. Le trattative su una nuova intesa appaio dunque sempre più complicate, seppur destinate a proseguire, e la disputa sulla validità del contratto di aprile potrebbe presto aumentare d’intensità. Il 21 marzo ci sarà poi la prima udienza della causa intentata da Mediaset e Fininvest, con cui i due Gruppi hanno avanzato una domanda di risarcimento di circa 1,5 miliardi.

Difficile in questo contesto immaginare trattative semplici su una nuova intesa, anche se ieri ha ripreso quota l’ipotesi di uno schema d’accordo con compartecipazione paritaria (44,5% per Mediaset e Vivendi, 11% a Telefonica) che prevedrebbe anche un ruolo di distributore esclusivo per Telecom Italia. Sullo sfondo la presenza di Sky, che ovviamente osserva interessata senza però essere troppo orientata a mettersi in mezzo. L’Ad della divisione italiana Andrea Zappia ha recentemente detto che la pay-tv di Murdoch non ha interesse a investire in Premium, così come ha fatto giorni fa il presidente di Telecom Giuseppe Recchi. Gioco delle parti? A oggi non sembra e lo scenario lascia intendere che in realtà Sky e la telco vogliano aspettare di capire come andrà a finire tra i due contendenti prima di valutare un passo in avanti. A fine settembre Arnaud de Puyfontaine, Ad di Vivendi nonché vicepresidente di Telecom, ha ostentato sicurezza: “Sono fiducioso in un nuovo accordo“. C’è da scommettere che gli ultimi avvenimenti abbiano un po’ sgonfiato questa fiducia.

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