Giugno potrebbe segnare uno spartiacque decisivo per l’industria delle tlc europea. Stando a quanto scrive stamane il Financial Times, nel volgere di due mesi e mezzo la Commissione di Bruxelles dovrebbe essere pronta ad alzare il velo su una bozza di piano per il completamento del mercato unico europeo delle telecomunicazioni.
Si tratterebbe, nondimeno, di un semplice antipasto. Un primo, e provvisorio, florilegio d’idee e misure messe in pista per testare gli umori in vista della scadenza istituzionale di ottobre: quando l’Esecutivo comunitario sarà chiamato a presentare ufficialmente al Consiglio europeo il pacchetto vero e proprio. Ma è certamente il segno di una volontà precisa di stringere sui tempi. “Stiamo accelerando i nostri sforzi. E’ essenziale per il settore e per l’economia in generale”, ha spiegato al quotidiano della City il Commissario per l’Agenda Digitale Neelie Kroes. Il mandato del collegio Barroso, e quello coevo del Parlamento europeo, volgono infatti rapidamente al termine (a maggio 2014). Se non si sveltisce il processo – è il logico ragionamento della Kroes – è improbabile che le differenti parti del piano sul mercato unico possano percorrere il lungo e tortuoso iter decisionale comunitario, senza contare i mille incidenti di percorso che potrebbero ostacolarle.
Fin qui le indiscrezioni sulle tempistiche, che non cessano di filtrare dai porosi muri della Commissione. Poco o nulla si sa invece sui dettagli della proposta. Le speculazioni si dipanano in ogni direzione, più che altro perché alimentate (non senza un pizzico di malizia) da interessi diversi, sovente divergenti. Il FT, ad esempio, segnala che tra le misure allo studio dei servizi comunitari potrebbe riemergere la creazione di un Euroregolatore, di fianco ad un ennesimo round di misure per abbassare il roaming o ancora ad un regime unico europeo di licenze per il mobile. Non che Neelie Kroes non credi sinceramente nella bontà di queste misure. Ma è cosciente che potrebbero scontrarsi contro un muro di veti. Ed è dunque assai probabile che si affidi ad un approccio più morbido. L’Euroregolatore, come a suo tempo sperimentò Viviane Reading (il predecessore della Kroes), è infatti parecchio inviso agli stati membri, per non parlare della authority nazionali. Una soluzione esplorata dalla Commissione potrebbe essere quella di un garante europeo incaricato di coordinare il lavoro dei regolatori nazionali. Ma per questo, lamentano i critici, c’è già il Berec.
Quanto al roaming, al Corriere delle Comunicazioni risulta che la Commissione per il momento non abbia alcuna intenzione di rimettere mano al regolamento in materia approvato non più tardi di un anno fa. Anche perché non vorrebbe infastidire una parte dell’industria, che potrebbe rivelarsi un alleato di statura nel far passare il pacchetto.
Infine, l’”eurolicenza”. Alla Mobile World Conference tenutasi in febbraio a Barcellona, la Kroes ha lasciato intendere di essere favorevole. Ma è improbabile che gli stati membri si mostrino tanto compiacenti sulla cessione di una prerogativa nazionale, l’assegnazione dello spettro, che oggigiorno custodiscono gelosamente. E non è certo intenzione del Commissario lanciarsi in un serrato braccio di ferro con le controparti nazionali. La parola d’ordine è “dialogo”. “La mia priorità per il 2013 – dice la Kroes – è concordare con i governi gli elementi necessari per realizzare un autentico mercato unico. Dopodiché, useremo il resto del mandato della Commissione per stabilire il maggior numero possibile di misure”. Appunto: nonostante il Consiglio Ue di marzo abbia “preso nota” della volontà della Commissione di accelerare sul mercato unico delle tlc, e la solleciti a presentare le proprie idee, tutti sanno che i governi tirano il freno. Un conto sono le belle e generiche parole contenute nelle conclusioni di un vertice europeo, un altro è dare semaforo verde a proposte che potrebbero rivoluzionare lo status quo.
Intanto, l’industria non resta a braccia a conserte. Il settore delle tlc soffre e specialmente le grandi telco chiedono di alleggerire i fardelli regolamentari per favorire più consolidamento (sebbene non sia chiaro se per consolidamento intendano quello domestico o paneuropeo). Tant’è vero che Etno, l’organizzazione ombrello che a Bruxelles rappresenta gli incumbent europei, ha dato mandato al Boston Consulting Group di elaborare uno studio sulle misure più adeguate per imboccare la via di un mercato più consolidato. “Lo presenteremo alla Commissione europea tra poche settimane”, dice il chairman di Etno Luigi Gambardella. Aggiungendo: “vogliamo fermare il declino del settore. Il nostro piano sarà per la crescita dell’industria europea delle telecomunicazioni”.