Il Parlamento europeo minaccia di trasformarsi in un autentico tritacarne per il pacchetto sul telecom single market firmato Neelie Kroes. Il primo verdetto di Strasburgo sul voluminoso regolamento presentato dalla Commissione europea in settembre raccomanda infatti di scompaginare o rimandare ad uno scrutinio più dettagliato un buon numero delle sue misure faro. E se non si tratta di una sonora stroncatura, poco ci manca.
A mettere in moto lo schiacciasassi dell’Europarlamento è la stessa relatrice ufficiale sul pacchetto, la deputata iberica Pilar Del Castillo. Che ieri ha presentato ai propri colleghi della commissione parlamentare Itre una grandinata di emendamenti alla proposta Kroes così fitta e tagliente da sfigurarla. “Alcune delle misure proposte – scrive la Del Catillo nella bozza di rapporto sul pacchetto – dovrebbero essere soggette ad una consultazione pubblica più approfondita e strutturata” delle cui conclusioni si terrà conto “nella prossima revisione del quadro regolamentare”. Insomma: meglio riparlarne.
In concreto, le modifiche avanzate da Strasburgo sopprimerebbero d’un sol colpo le norme volte a stabilire un regime di autorizzazioni unico per gli operatori – rimpiazzato da un più semplice meccanismo di notifica al Berec –, quelle che assegnano alla Commissione il potere di stoppare i rimedi regolamentari decisi dai Garanti nazionali, ma anche l’intero capitolo del pacchetto che stipula la creazione di prodotti di accesso virtuali armonizzati. Salta anche la creazione di una presidenza stabile per il Berec, contro l’attuale meccanismo di staffetta annuale tra i vari regolatori nazionali. L’impressione è quella di uno stillicidio in piena regola che andrebbe nei fatti a svuotare un segmento consistente della proposta.
Resterebbero sì in pista le nuove regole su roaming, net neutrality e spettro, ma il Parlamento europeo intende stravolgerle radicalmente rispetto alla proposta originaria della Kroes. Per quanto riguarda i sovraccosti pagati sul traffico internazionale, Strasburgo ne propone un’abolizione tout court a partire dal 1 luglio 2016. Sino ad allora, secondo i deputati europei, dovrebbe rimanere in vigore senza alcun cambiamento l’ultimo regolamento sul roaming, emanato dall’Ue non più tardi di due anni fa, e ancora in via di applicazione nei paesi membri. Tutto il resto passa in cavalleria, a cominciare dal famigerato meccanismo delle alleanze transazionali tra operatori, pensato per offrire ai consumatori piani tariffari paneuropei, e sulla cui efficacia erano state sollevate molte perplessità.
Le regole sulla net neutrality, ribattezzata “internet aperto”, saranno invece inasprite per dare maggiore efficacia ai “principi di trasparenza e non discriminazione”. E spetterà al Berec, secondo la bozza emendata dal Parlamento, elaborare le linee guida su una corretta applicazione delle stesse. Il rapporto della Del Castillo propone infine un ulteriore colpo d’acceleratore sullo spettro, applaudendo alle misure del pacchetto che perorano tempistiche e modalità più armonizzate nell’assegnazione delle licenze, ma integrandole con ulteriori regole volte a favorire l’affitto e il commercio delle stesse frequenze.