Congelamento dei diritti di voto per la quota eccedente la maggioranza. Sarebbe questa, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, l’ipotesi alla quale si starebbe lavorando per riuscire a trovare un accordo tra Telecom Italia e F2i-Cdp su Metroweb data l’indisponibilità della Cassa a non concedere la maggioranza a TI e anche l’orientamento del governo in tal senso.
Con questa soluzione, prosegue il giornale, Telecom non investirebbe in una infrastruttura che non sarà sicura di poter consolidare, compromettendo di fatto il suo futuro, mentre la controparte pubblica potrebbe verificare sul campo la serietà degli impegni. Il congelamento dei diritti di voto sarebbe temporaneo, con uno scongelamento parallelo al dispiegamento del piano di investimenti e al completamento di tutte le garanzie regolamentari affinché la rete in fibra sia assolutamente neutra e quindi aperta a tutti i concorrenti e a parità di condizioni come lo è oggi Metroweb.
La differenza rispetto a un mese fa è che Telecom Italia non è più l’interlocutore unico al tavolo, perché nel frattempo Vodafone ha fatto dei passi formali con la lettera di intenti inviata ai soci di Metroweb.
Intanto, giovedì prossimo si terrà l’incontro annuale dei consiglieri Telecom a Venezia. L’incontro sarà anticipato in mattinata da un consiglio formale dove giocoforza si dovranno prendere delle decisioni proprio sul dossier della rete, evidenzia il Sole.
Sulla notizia di un possibile congelamento del voto è stato sollecitato il presidente di Cdp, Franco Bassanini.”Le trattative o i negoziati non si fanno sui media”, ha risposto a un convegno sugli “Stati generali acquepulite”.
“Ho già detto che sono d’accordo al 100% con quanto detto dall’amministratore delegato di Telecom Italia qualche giorno fa, che qualunque trattativa o negoziato non si fa sui media. Parliamo di società quotate, abbiamo l’obbligo al silenzio, non posso parlare, la legge me lo vieta – ha detto il manager – Anche altri farebbero bene a tenere la bocca chiusa soprattutto nel caso in cui sono loro stessi a dire che è bene fare cosi”.
L’offensiva di Telecom Italia sulla banda ultralarga è dunque ufficialmente partita. La compagnia punta ad avere un ruolo di protagonista nel piano del Governo e ha iniziato ad affilare le armi prima varando – il collocamento lo scorso venerdì – un bond settennale da 2 miliardi per finanziare il suo progetto Ngn, e poi rilanciando sull’operazione di sistema con Metroweb, dopo che le trattative con Cdp si sono riaperte.
La strategia dell’ex incumbent è stata chiarita dall’Ad, Marco Patuano, in un’intervista ad Affari&Finanza di Repubblica. “Nelle nostre intenzioni – ha spiegato Patuano – Metroweb fungerebbe da acceleratore, per anticipare di circa un triennio gli 1,4 mld di investimenti nella rete Ftth che normalmente Telecom Italia svilupperebbe da sola dal 2018 al 2020. Inoltre attraverso Metroweb si potrebbe realizzare la cosiddetta “equivalence ofinput”, cioè la garanzia che tutte le richieste di allacciamento provenienti dagli operatori verrebbero trattate alla stessa maniera, processate in una società autonoma. Bisogna però capire che si tratta di due cose diverse che vanno trattate su due piani diversi: una cosa è il piano industriale che stiamo realizzando. Altra cosa è l’ipotesi di acquisto di una società che opera nel settore che può avvenire o meno, ma questo non incide sullo sviluppo della nostra rete”.