LA VERTENZA

Micron, l’azienda disponibile a rivedere il piano esuberi

Lo riferiscono i sindacati a seguito dell’incontro odierno con il management italiano della multinazionale. Sul tavolo l’ipotesi di diminuire i licenziamenti e di considerare gli esodi incentivati. Ma sul futuro ancora molte incertezze

Pubblicato il 12 Feb 2014

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La vertenza Micron prende lentamente la forma di una vera e propria trattativa sindacale. Dopo i primi due incontri con i rappresentanti dei lavoratori andati sostanzialmente a vuoto, con la multinazionale cioè che non aveva dimostrato nessuna apertura rispetto al proprio piano di 419 licenziamenti in Italia, oggi le parti hanno cominciato a scoprire le carte. Nell’incontro che si è tenuto nella sede di Confindustria Monza Brianza il management italiano della multinazionale ha dato una prima disponibilità a rivedere – anche se non è ancora chiaro in che termini – il numero degli esuberi, e a valutare la possibilità di offrire un incentivo di 12 mesi di stipendio ai lavoratori che decideranno volontariamente di lasciare l’azienda.

Durante la riunione un presidio di lavoratori ha manifestato davanti alla sede di Confindustria Monza, contestando i vertici di Micron all’uscita dall’incontro.

“L’apertura dell’azienda a riconsiderare alcune sue posizioni è significativa, ma largamente insufficiente – afferma Nicola Alberta, coordinatore nazionale Fim Cisl sulla microelettronica – Credo che sia prioritario riesaminare le attività e le funzioni da recuperare nel nostro Paese, chiarendo qual è il piano di investimenti per il futuro, e contemporaneamente considerare anche tutte le possibilità per tutelare i posti di lavoro. Non basta un pacchetto che incentiva la mobilità volontaria, e di sicuro non può bastare l’offerta di 12 mensilità. Sarebbe importante prendere in considerazione strumenti come la ricollocazione interna ed esterna, i contratti di solidarietà e la cassa rotazione. Ma su questi temi non abbiamo purtroppo registrato passi avanti”.

“A questo punto – commenta Roberta Turi, segretaria nazionale Fiom Cgil e responsabile del settore Ict – è fondamentale avere certezze sugli investimenti futuri di Micron in Italia, per capire quanto intendano puntare sulla tecnologia delle memorie non volatili. Il management ci ha rassicurato su questo punto, ma bisogna scendere nel dettaglio, perché rispetto alle intenzioni che ci hanno manifestato i tagli sarebbero di certo esagerati. Quella di oggi è soltanto una piccola apertura.. Mi auguro infine che anche StMicroelectronics dimostri disponibilità a riassorbire una parte degli esuberi, per contribuire a mantenere occupazione qualificata all’interno della microelettronica”.

Prossimo appuntamento per entrare in profondità nella vicenda è il tavolo del 21 febbraio al ministero dell’Economia e dello Sviluppo, al tavolo che vedrà anche la presenza degli Enti locali interessati dalla presenza delle sedi della multinazionali, che conta su stabilimenti ad Agrate, Vimercate, Arzano, Avezzano e Catania. Proprio ieri i sindacati lamentavano lo stallo dei tavoli istituzionali annunciati in Sicilia, mentre l’assessore lombardo alle attività produttive, Mario Melazzini, aveva ricevuto le rappresentanze sindacali locali. ”La Regione Lombardia – afferma Melazzini – intende essere al fianco dei lavoratori in questa difficile situazione e mettere in campo ogni strumento per mantenere il polo di ricerca e produzione sul territorio brianzolo ed evitare i licenziamenti su Agrate e Vimercate. Ho chiesto un incontro ai vertici aziendali di Micron – ha concluso Melazzini -, con l’intenzione di presentare la richiesta che vengano compiute scelte secondo criteri di responsabilità e rispetto nei confronti delle risorse professionali coinvolte e di tutto il territorio che ha dato loro fiducia fino a ora”.

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