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Mobile payment, in Italia giro d’affari da 700 mln

Secondo l’Osservatorio Nfc & Mobile Payment della School of Management del Politecnico di Milano sono 23 milioni gli italiani che hanno effettuato almeno un pagamento via cellulare. Il mobile commerce vale 80 milioni. Ma l’abitudine al contante rischia di frenare lo sviluppo del mercato

Pubblicato il 09 Feb 2012

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Valgono 700 milioni di euro nel 2011 i pagamenti attivati da cellulare e sono 23 milioni gli italiani che ne hanno effettuato almeno uno. Oltre 500 milioni di euro riguardano l’acquisto di contenuti digitali (notizie, giochi, musica), ricariche telefoniche o donazioni (Mobile Content).

In forte crescita il Mobile Commerce di prodotti e servizi (oltre 80 milioni di euro), in crescita del 35% il Mobile Remote Payment. Enormi potenzialità, ma ancora tutto da implementare il Mobile Proximity Payment. 14 miliardi di euro la previsione di transato via Mobile Payment nel 2015.

Ma nonostante l’Italia corra veloce nella penetrazione di dispositivi cellulari (48 milioni di utenti, tra primi posti al mondo) non altrettanto lo fa nella diffusione di pagamenti elettronici (ultimo posto con 25 milioni di utenti di carte di pagamento). Diffuso a macchia di leopardo, il pagamento via cellulare nel nostro paese può invece costituire un’importante fonte di valore per diverse categorie di stakeholder: banche, Telco, esercenti, utenti e Pubblica amministrazione

Sono i principali dati della ricerca dell’Osservatorio Nfc & Mobile Payment della School of Management del Politecnico di Milano presentata in occcasione del convegno “Mobile Payment in italia: se non ora, quando?” tenuto stamani al Campus Bovisa.

“Una stranezza tutta nostrana –commenta Alessandro Perego, responsabile Scientifico dell’Osservatorio Nfc & Mobile Payment – che può essere vista come una grande opportunità: il fenomeno mobile che avanza velocemente (la “lepre”) potrebbe fungere da traino nell’evoluzione dei pagamenti elettronici (la “tartaruga”)”.

La situazione – emerge dal report – è sicuramente figlia delle abitudini di spesa degli italiani che, come dimostrano anche altri dati, preferiscono il contante, con il 90% (Fonte: Banca d’Italia 2010) delle transazioni regolate in contante a fronte di circa l’80% in Europa (Fonte: Bce 2010). Inoltre sono “solo” 25 milioni gli italiani con una carta attiva, nonostante il numero elevato di carte in circolazione – 82 milioni nel 2010 (Fonte: Abi 2010).

L’aspetto culturale ci allontana da benchmark come gli Usa, dove Mobile Commerce e il Mobile Remote Payment mostrano una tecnologia largamente disponibile e in continua evoluzione. Esempi brillanti di successo (Mrp) negli Usa sono stati l’applicazione di Fandango (vendita di biglietti cinematografici), scaricata da oltre 20 milioni di utenti, l’applicazione Mobile di Starbucks (ordinazioni in coda), con oltre 30 milioni di transazioni in un anno, mentre in Francia ha riscosso un grande successo (3 milioni di download) l’applicazione Mobile di Snfc tramite cui è stato acquistato il 3% dei biglietti ferroviari.

In Italia ci sta provando il Consorzio Movincom con oltre 20mila biglietti venduti dalla sola Ata di Firenze; le Telco italiane, inoltre, si sono riunite in MobilePay con l’obiettivo di creare una piattaforma unica per i pagamenti via Mobile; alcuni player dell’offerta, infine, stanno sperimentando nuove soluzioni che usano i QRCode per avvicinare il mondo Remote a quello Proximity (PlainPay di Auriga, Up Mobile di Banca Sella e BeMoov del Consorzio Movincom). In Italia il Mrp nel 2011 ha registrato una crescita del 35%, tuttavia il transato è ancora contenuto. Tutto dipenderà dalla capacità degli esercenti di includere il canale Mobile nelle loro strategie di vendita e di sfruttare al massimo le peculiarità del canale, ovvero ubiquità spaziale, disponibilità temporale e semplicità di fruizione.

Il Mobile Proximity Payment (Mpp) invece, sebbene presenti un potenziale di pervasività più elevato (coinvolgendo tutte le relazioni commerciali nei punti di vendita fisici), mostra una tecnologia sì matura e nativamente inclusa nei nuovi dispositivi immessi sul mercato, tuttavia non ancora adeguatamente diffusa in termini di POS Contactless né di cellulari dotati di Nfc. Inoltre, la possibilità di rendere il servizio fruibile su qualsiasi cellulare, con qualsiasi strumento di pagamento e qualsiasi operatore telefonico può essere garantita soltanto dall’attuazione di modelli collaborativi tra gli operatori dell’offerta. Come accaduto all’estero con Cityzi, progetto nato dalla collaborazione dell’intero ecosistema francese; Cep-T Cuzdan, avviato in Turchia da Turkcell, Telco leader di mercato; Quick Tap, sviluppato da Orange (ora Everything Everywhere) e Barclaycard. Anche tra le Banche si annoverano casi simili tra gli Ott (Over The Top): Google, che ha lanciato un borsellino elettronico NFC negli Stati Uniti e Paypal, che sta sperimentando alcuni schemi di pagamento di prossimità nel nord Europa. Infine, in diversi Paesi – in Usa come in Europa – sono stati annunciati accordi di collaborazione tra le Telco per la creazione di piattaforme interoperabili per il Mpp.

In Italia si registrano per ora alcune sperimentazioni: il progetto dell’azienda dei trasporti Atm di Milano in collaborazione con Telecom Italia – che consente di pagare l’abbonamento ai trasporti pubblici con Paypal su sito ottimizzato per Mobile e di accedere ai mezzi avvicinando il telefono ai tornelli – e la sperimentazione “Move and Pay” avviata da Intesa Sanpaolo basata su cellulari Nfc. Tali iniziative mostrano un’offerta ancora in fase di formazione e consolidamento ma anche chiari segnali di consapevolezza che per il Mobile Proximity Payment i tempi siano ormai maturi. Anche la tecnologia si è consolidata e si prevede che nel 2015 potrebbero esserci tra i 20 e i 25 ml di smartphone Nfc in Italia.

I numeri stimati per il mercato Italiano del Mpp confermano che puntare su un modello collaborativo genererà per il sistema telco-banche ricavi sufficienti per coprire investimenti e costi operativi.

In un contesto simile il Mobile Payment può davvero costituire un importante fattore di innovazione sia per il settore dei servizi di pagamento – favorendo lo sviluppo dei pagamenti elettronici – sia per il settore della telefonia mobile – dove i principali operatori sono alla ricerca di nuovo spazio competitivo, e anche una fonte di valore per diversi stakeholder: per la banche e i circuiti, alla ricerca di nuovi modelli per diffondere i pagamenti elettronici; per le telco, alla ricerca di nuove categorie di servizi a valore aggiunto per i propri utenti; per gli esercenti, alla ricerca di fonti di ottimizzazione dei processi e di miglioramento del servizio al cliente; per gli utenti stessi, alla ricerca alla possibilità di acquistare dovunque e in qualsiasi momento; per la Pubblica amministrazione, alla ricerca di fonti di riduzione dei costi, di miglioramento del servizio ai cittadini e di strumenti chiave per l’emersione del sommerso.

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