IL PROVVEDIMENTO

Mobile payment, Spid, albo per Whatsapp: ecco le novità del ddl Concorrenza

Più facile il cambio gestore via telematica oppure via pin unico per contratti Tlc e pay-tv. Per la prima volta obbligo di registrazione al Mise anche per i servizi Ott. Libertà di tariffe per gli alberghi online. Stop al consenso preventivo nel telemarketing. Preoccupazione del Garante Privacy: “Liberalizzate le telefonate selvagge”

Pubblicato il 04 Mag 2017

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Arriva il via libera del Senato alla legge annuale sulla concorrenza dopo due anni dall’avvio dell’esame in Parlamento. Il governo ha incassato la fiducia di Palazzo Madama con 158 sì su un maxiemendamento sostanzialmente sostituivo del testo licenziato dalla Commissione Industria del Senato il 2 agosto scorso. Ora il provvedimento torna alla Camera dove aveva ottenuto il disco verde in prima lettura nell’ottobre 2015. Tra stop e rinvii, il ddl concorrenza ha avuto un percorso tortuoso. Il testo approvato dall’Aula di Palazzo Madama prevede solo qualche slittamento di date rispetto a quello uscito dalla Commissione come il rinvio di un anno (da luglio 2018 a luglio 2019) dello stop al mercato tutelato dell’energia elettrica e del gas e di tre mesi (da giugno a settembre 2017) del monopolio di Poste sull’invio di multe e notifiche.

Alla fine è rimasta fuori la cosiddetta norma anti-scorrerie sulle scalate che il governo ha messo a punto e inserirà in un altro veicolo. Saltata anche la correzione alla norma-antiflixbus inserita nel Milleproroghe che ostacola, di fatto, l’attività degli operatori di bus low cost come la nota piattaforma digitale tedesca. Nessuna novità nemmeno sulla vertenza dei taxi. Il ddl rinvia con una delega al governo la riforma del settore dei trasporti pubblici non di linea, come Uber e Ncc. Molti i settori coinvolti, dalle Tlc fino dalle assicurazioni all’energia, dalle Poste alle banche, dalle farmacie al turismo, dalle professioni ai trasporti.

“Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione oggi, in Senato, del ddl Concorrenza presentato dal governo Renzi nel febbraio 2015 – commenta il il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda dopo il via libera al ddl Concorrenza – Il ddl è una norma strategica frutto di un lungo lavoro che ha visto particolarmente impegnati i Relatori, che ringrazio, e che ha coinvolto le Commissioni ed i Gruppi Parlamentari di maggioranza”.

Si tratta, aggiunge, “di un provvedimento articolato e complesso che interviene in numerose materie: energia, assicurazioni, telecomunicazioni, servizi postali, servizi bancari, professioni, farmacie, turismo e traporto pubblico e che rappresenta un importante strumento per promuovere la crescita economica, gli investimenti e l’occupazione e per fornire ai consumatori forme di tutela più efficaci e moderne. Confido che si possa giungere in tempi rapidi all’approvazione definitiva alla Camera dei Deputati”, conclude Calenda.

Vediamo le novità.

Tlc. L’utente che sottoscrive un abbonamento telefonico alla pay-tv, già in partenza deve sapere quali spese affronterà nel caso decida di passare a un altro operatore. Le aziende non potranno imporre spese di uscita superiori ai “costi reali sopportati” e comunicheranno l’entità di questi costi all’Agcom. Cambiare operatore e annullare un contratto (con il recesso) sono operazioni che il consumatore potrà fare anche “per via telematica” oppure tramite Spid. Per quanto riguarda le offerte di telefonia, il contratto, laddove contenga offerte promozionali di servizi o beni, del tipo, non può avere una “durata superiore ai 24 mesi”. Inoltre l’utente dovrà dare un consenso “espresso e documentato” a servizi in abbonamento che vengono attivati dallo stesso operatore come anche da società terze (cosiddetti servizi non richiesti). Infine banche e assicurazioni faranno pagare le chiamate ai servizi di assistenza clienti quanto la “tariffa ordinaria urbana”. Il tetto deve valere anche se la persona telefona da un cellulare.

Telemarketing. L’operatore di telemarketing dovrà comunicare l’identità del soggetto per conto del quale avviene il contatto, nonché lo scopo commerciale o promozionale del contatto. La chiamata sarà consentita solo se l’abbonato darà un consenso esplicito. Una novità che preoccupa il Garante Privacy. “Suscita sconcerto e preoccupazione la norma, contenuta nel testo del Ddl concorrenza, relativa al telemarketing. Essa elimina il requisito del consenso preventivo per le chiamate promozionali, “liberalizzando” il fenomeno del telemarketing selvaggio e prevedendo come unica forma di tutela dell’utente la possibilità di rifiutare le sole chiamate successive alla prima – commenta Antonello Soro – Si tratta di una soluzione diametralmente opposta a quella – fondata sul previo consenso all’interessato – ampiamente discussa nella Commissione di merito dello stesso Senato, indicata dal Garante e, in apparenza, largamente condivisa La norma peraltro risulta incoerente con la linea di maggiore tutela seguita dalla stessa Commissione nell’ambito dell’esame del Ddl sul Registro delle opposizioni. Prendo atto del fatto che ancora una volta il legislatore intervenga sul Codice della privacy nel segno dell’estemporaneità, rendendo ancora più difficile l’attività di contrasto delle incontenibili violazioni in questo settore”. Sulla stessa scia anche l’associazione Codici. “Il nostro Parlamento – dichiara Ivano Giacomelli, il segretario nazionale – si dimostra sempre più permeabile alle esigenze delle imprese, piuttosto che a quelle dei consumatori. E’ evidente che l’approvazione di questa norma, contenuta nel ddl Concorrenza, renda vane tutte le battaglie portate avante contro il telemarketing selvaggio dalla nostra associazione. Gli utenti, già in balia di operatori telefonici insistentemente aggressivi, si ritroveranno totalmente disarmati dinanzi ad un fenomeno che negli anni ha assunto un peso negativamente rilevante e già estremamente difficile da contrastare. Ancora una volta, i consumatori, che dovrebbero essere il soggetto primo da salvaguardare, diventano gli ultimi in una scala di priorità fissata da chi dovrebbe rappresentarci, difenderci e tutelarci e invece pare sempre fare il gioco del più forte”. Anche Adoc e Rete Consumatori Italia bocciano la norme e chiedono una modifica immediata. “Occorre intervenire alla radice, con soluzioni quali il Ruc – Registro Universale dei Consensi, un database con l’elenco di tutti i trattamenti dei dati personali dei cittadini raccolti dalle imprese per finalità di marketing. Uno strumento con cui i consumatori potranno visualizzare tutti i trattamenti attivi ed esercitare selettivamente, su propria scelta e in qualunque momento, la revoca del consenso – spiegano le associazioni – Il cittadino potrà conoscere – di fatto – quali siano i soggetti a cui, nel tempo, abbia concesso tale diritto e verificare con facilità se le telefonate, le email, gli sms e tutte le sollecitazioni commerciali pervenute da sconosciuti siano legittime o illegittime. La proposta di legge che Adoc e Rete Consumatori Italia (Assoutenti, Casa del Consumatore e Codici) hanno presentato conferisce al cittadino pieni diritti legali per la tutela immediata con la possibilità di revoca dei consensi prestati; inoltre, i dati contenuti del RUC costituirebbero prova in un eventuale giudizio. L’introduzione del RUC potrebbe avere un impatto considerevole su tutte le imprese che in Italia operano già nel rispetto della normativa privacy e che quotidianamente subiscono la concorrenza sleale di chi utilizza illegalmente i dati dei consumatori per comunicazioni commerciali non autorizzate. Il cittadino riconquisterebbe così il suo diritto alla riservatezza, mentre le imprese ritroverebbero lo spazio per un mercato più libero, sano e concorrenziale. Una riforma ad alto impatto etico e sociale, che restituisce a tutti dignità, tutele ed opportunità”.

Pagamenti digitali. Al fine di promuovere la massima diffusione dei pagamenti digitali ed elettronici sarà possibile pagare con il credito telefonico, quindi con il cellulare, i biglietti per i musei, eventi culturali e per il trasporto pubblico.

Call center extra Ue. Se una società vuole trasferire un suo call center in un Paese estero non comunitario, dovrà comunicare l’operazione al ministero del Lavoro e all’Ispettorato del Lavoro e lo farà “almeno 120 giorni prima”. 10mila euro per qualsiasi comunicazione non fatta oppure fatta in ritardo.

Il registro “speciale” per WhatsApp &Co. Viene istituito, presso il ministero dello Sviluppo economico, un registro alternativo a quello dove sono inseriti gli operatori tradizionali di telecomunicazioni, destinato quindi a raccogliere in un elenco unico tutti i soggetti che, pur non essendo operatori Tlc, offrono servizi di trasmissione voce e dati (ad esempio WhatsApp, Viber, Facebook, ecc..) e sono associati ad uno specifico numero di telefono.

Prenotazioni online. Il ddl sancisce l’abrogazione dell’obbligo di parity rate per gli alberghi, le clausole che obbligano le strutture ricettive a dover pubblicizzare le stesse tariffe su tutti i portali nonché sul proprio sito web. “Quando la norma concluderà il proprio iter – commenta Federalberghi in una nota- i grandi portali di prenotazione alberghiera non potranno più impedire agli hotel di pubblicare sul proprio sito internet un prezzo più basso di quello pubblicato sui portali stessi”. Dalla norma, sottolinea Federalberghi, “trarranno giovamento i consumatori (che beneficeranno di prezzi migliori), le imprese (che potranno aumentare le vendite dirette) e l’erario (recuperando imposte che oggi vengono dirottate all’estero)”. Nella nota della federazione si ricorda quindi che una recente indagine della Commissione Europea ‘ha dimostrato che nei paesi in cui è stata vietata la parity il tasso di conversione delle online travel agencies non è diminuito, a conferma del fatto che la concorrenza fa bene a tutto il mercato’.

Poste italiane perde un’esclusiva. Poste Italiane non avrà più l’esclusiva sulla spedizione di atti giudiziari e di notifica delle sanzioni a partire dal 10 giugno 2017, nonché dei servizi inerenti le notificazioni delle violazioni del codice della strada. “La liberalizzazione del mercato postale è un passaggio fondamentale per recuperare efficienza e competitività e consentire all’Italia di allinearsi agli standard degli altri Paesi europei – Maria Laura Cantarelli, Segretario Nazionale di Fise Are – Con l’eliminazione della riserva, finalmente più operatori postali potranno concorrere nell’offrire servizi in grado di ottimizzare l’efficienza della PA italiana e dimezzare i costi a vantaggio dei cittadini. Ogni anno sono infatti oltre 45 milioni gli atti giudiziari e le multe che vengono inviati ai cittadini in regime di riserva e questa area di esclusiva ha determinato un aumento di costi per una raccomandata di oltre il 100% rispetto al prezzo medio di mercato, ovvero 12 euro contro 6 euro. Quello raggiunto oggi, grazie al lavoro tenace del Ministero e dei relatori del provvedimento, è un traguardo fondamentale che consentirà di rendere più competitivo il settore postale e attirare nuovi investimenti. Auspichiamo che il Ddl venga presto tradotto in legge per iniziare a produrre i suoi effetti positivi”.

Uber e Taxi. Toccherà al governo riscrivere le regole del trasporto pubblico non di linea. Il Senato ha dato delega al Palazzo Chigi per intervenire sull’adeguamento dell’offerta alle nuove tecnologie, al contrasto dell’abusivismo e alla promozione della concorrenza. Sul tema della regolamentazione delle nuove piattaforme digitali del settore (come Uber e MyTaxi) fonti del Mise confermano che i decreti legislativi saranno decisivi e che c’è un’apertura al dialogo e al confronto con il mondo dei tassisti e degli Ncc da parte del ministero e dello stesso ministro Carlo Calenda. Il metodo del confronto caratterizzerà infatti la fase di stesura dei decreti delegati.

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