Il cento per cento degli abitanti raggiunti dalla fibra ottica
entro il 2018, 820 chilometri di “backbone” (sarà completata
entro il 2011) e 700 access point wireless che toccano tutti i 220
Comuni del territorio, per un investimento pubblico di 120 milioni
di euro, con la prospettiva di uno spin-off che vedrà
l’abbandono definitivo della rete in rame. Sono i numeri del
“modello Trento”, la realtà italiana più proiettata nel
futuro delle “città digitali”.
“Le caratteristiche principali della nostra esperienza – afferma
Alessandro Zorer, amministratore delegato di
Trentino Network, la società che gestisce le reti sul territorio
provinciale e fornisce servizi alle pubbliche amministrazioni
locali e agli operatori Tlc – sono da una parte la scelta di
coprire il 100% della popolazione, per non approfondire il digital
divide tra territori più popolati o a vocazione industriale e
piccoli centri; dall’altra il ruolo dell’ente pubblico, che
investe sulle infrastrutture e mette a punto servizi che sfruttano
le nuove potenzialità della rete. Questo ci consente di essere
tenuti in grande considerazione in Europa insieme a molte capitali,
e di godere di una vetrina che caratterizza il territorio e attira
investimenti”.
Il successo del progetto si misurerà sull’uso che si farà della
nuova infrastruttura: più sarà sfruttata in tutte le sue
potenzialità e più i vantaggi saranno evidenti. “In questo
momento si stanno costruendo le autostrade – afferma Fausto
Giunchiglia, professore del dipartimento di Ingegneria e
Scienza dell’informazione dell’Università di Trento – ma la
scommessa ulteriore è che poi ci passino sopra le automobili,
molte di più, molto più comodamente e velocemente di quanto non
fosse possibile con le vecchie strade”.
Se questa è la sfida, la pubblica amministrazione non può
limitarsi a scegliere una tecnologia piuttosto che un’altra, ma
deve stimolare la domanda di rete dei cittadini e delle imprese,
mettendo a disposizione servizi competitivi. “Stiamo già
sperimentando su 450 famiglie la cartella sociosanitaria
elettronica – afferma Sergio Bettotti, direttore
generale del dipartimento Innovazione della Provincia di Trento –
che contiene – nel rispetto della privacy – i dati sulla salute e
gli esami effettuati. Uno strumento valido sia per il cittadino,
che disporrà di un archivio ordinato e puntuale della sua storia
clinica, sia per i medici, che avranno accesso in tempo reale a
tutte le informazioni di cui hanno bisogno”.
“Sul versante aziende i servizi per gli artigiani sono ormai
completamente informatizzati – contiua Bettotti -, e vengono
gestiti in collaborazione con le associazioni di categoria. Proprio
gli operatori di settore ci hanno chiesto di estendere il servizio
al resto delle attività produttive, dal turismo al commercio alla
cooperazione. Queste esperienze sono tenute in grande
considerazione ai tavoli di consultazione aperti con l’autorità
garante, e possiamo già contare su molte manifestazioni di
interesse a livello locale e nazionale”.
“In questo campo – aggiunge il professor Giunchiglia – chi
arriverà primo al traguardo della ‘smart city’ avrà un enorme
vantaggio competitivo. Una volta che la fibra ottica sarà nelle
case bisognerà disporre delle applicazioni per sfruttarla al
meglio, e su questo è apprezzabile lo sforzo normativo che si sta
facendo a Trento per dare regole certe a questo campo. Il Trentino
si propone da ormai cinque anni come laboratorio, qui si è
investito sulla ricerca. Siamo al punto cruciale: la PA si propone
come primo utente su cui sperimentare e applicare le nuove
tecnologie. Ora c’è da affrontare la battaglia culturale su
scala europea che dovrà portare a una nuova alfabetizzazione,
perché oggi non ci confrontiamo più con l’informatica soltanto
nel luogo di lavoro. Il tempo trascorso al computer è per la
maggior parte quello trascorso a casa – conclude Giunchiglia -. Non
si tratta di creare cittadini al servizio dell’informatica, ma
informatica al servizio dei cittadini: è lo stesso criterio che ha
decretato il successo dell’iPhone. Questa componente sociale
sarà quella che potrà decretare la differenza tra vincere e
perdere la scommessa, tra l’essere, con l’uomo al centro, e il
non essere”.