Per raggiungere gli "ambiziosi obiettivi" indicati
dall'Europa di diffusione della banda larga e ultralarga, quali
vettori per il rilancio dell'innovazione e dell'economia,
tramite la cooperazione di tutti gli attori di mercato,
"occorre incentivare gli investimenti in reti in fibra ottica
e non premiare la rendita delle vecchie reti in rame". Lo ha
detto il presidente della commissione lavoro della Camera ed
esponente di Fli Silvano Moffa in un'interrogazione al Ministro
delle Infrastrutture e dei trasporti.
Moffa chiede di conoscere quali iniziative il ministro intende
assumere "per assicurare il pieno rispetto delle indicazioni
fornite dalla Commissione europea al fine di favorire un equo
accesso alla banda larga, rafforzando la concorrenza nei servizi e
fornendo agli attori di mercato impegnati nella costruzione delle
reti in fibra ottica una corretta linea di investimento".
Per l'esponente di Fli il recente schema di provvedimento con
cui l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni aveva
deciso un nuovo incremento del canone di unbundling per
l'accesso alla rete fissa dell'operatore incumbent,
"dava indicazioni esattamente in senso contrario, mettendo in
discussione la capacità dell'Italia di contribuire al
perseguimento dell'Agenda digitale europea".
"L'autorità italiana – ricorda Moffa – aveva definito le
nuove tariffe Ull in base ad un modello di calcolo cosiddetto
Bulric (bottom-up-long-run-incremental-cost) la cui applicazione
doveva essere quella di fissare i prezzi dei servizi
all'ingrosso di telecomunicazioni per contribuire alla
competitività complessiva del sistema. Il risultato finale avrebbe
dovuto, coerentemente con quanto accade in Europa (ad esempio in
Belgio), portare ad un calo delle tariffe e non ad un loro aumento
che, per il triennio 2010-2012, passerebbe da 8,49 euro/mese (2009)
a 9,67 euro/mese (2012)".
La Commissione europea, aggiunge Moffa, "in linea con il
quadro regolamentare europeo per le comunicazioni elettroniche, ha
recentemente inviato una lettera di commenti all'Agcom,
criticando la modalità di applicazione del modello di calcolo,
specie in riferimento all'erronea valutazione di alcuni
elementi di costo (quelli commerciali e quelli di manutenzione),
invitando l'Autorità a ricalcolare le tariffe in maniera più
equa".
E ciò per evitare che il provvedimento dell'Agcom
"potesse rappresentare un pericoloso precedente in Europa,
imitabile da altri Paesi, i cui effetti avrebbero potuto
compromettere il perseguimento dell'obiettivo di garantire un
accesso equo alla banda larga a tutti i cittadini entro il
2013".