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Moglia, Tim: “Meno regulation e più co-investimenti per spingere la banda ultralarga”

Il Chief Regulatory Affairs & Wholesale Market officer: “Le norme sul decommissioning rendono difficile la sostituzione delle vecchie tecnologie con le nuove. Serve un impegno dell’Authority”

Pubblicato il 07 Mag 2021

giovanni moglia telco4italy 2021

La ricetta per la banda ultralarga in Italia inizia con la spinta sugli investimenti per accelerare la roadmap: “Molto è stato già fatto, ma ora il nostro Paese deve trasporre al più presto il Codice europeo per le comunicazioni elettroniche“, ha affermato Giovanni Moglia, Chief Regulatory affairs & wholesale market officer di Tim. “È importante perché il Codice ha aperto la strada al co-investimento. Tim lo ha già fatto nelle aree nere e grigie per portare l’Ftth nel 75% delle case: è il più grande progetto di co-investimento in Europa ed è agevolato proprio dal Codice”.

L’azienda delle Tlc ha cercato di disegnare “una formula non solo per i grandi operatori ma anche per le esigenze degli operatori più piccoli presenti a livello locale. Ce ne sono tanti in Italia, con un forte market share sul territorio, ma privi di una rete nazionale. Il co-investimento è un’occasione anche per questi attori”, ha evidenziato Moglia.

Secondo il top manager, tuttavia, l’Italia deve fare molto di più sulla regulation: “Siamo sempre indietro, la regolamentazione è troppo conservativa. Le regole sul decommissioning rendono difficile la sostituzione delle vecchie tecnologie con le nuove. Qui gran parte del compito deve essere svolto dall’authority: basta guardare ad esempi europei come Regno Unito e Francia, dove la normativa è riuscita a imprimere una forte spinta al cambiamento. Una volta raggiunta con la rete in fibra ottica la copertura del 70% del territorio, scatta la deregulation del prezzo del rame. Questo toglie convenienza a rimanere sulla vecchia tecnologia e introduce la possibilità di politiche di end-of-sale per portare i clienti sulle tecnologie nuove”.

Sistemi del genere aumentano l’utilizzo delle nuove reti: le reti devono essere prontamente disponibili, ma alle telco serve anche una massa critica di clienti. “Il tema è anche di completamento dei verticali: per la transizione digitale bisogna portare sulle reti i clienti, magari anche con aiuti per gli operatori che affrontano i costi di migrazione“.

Il governo Draghi ha annunciato una nuova mappatura delle infrastrutture affinché sia più agevole orientare le risorse pubbliche previste dal Pnrr e accelerare sul piano aree grigie. Nel frattempo Tim ha reso noti i suoi piani di investimento proprio per intervenire nelle aree in cui si concentra la maggior parte delle imprese italiane, a partire dai distretti. “Cerchiamo di completare la nostra rete e di portare più velocemente possibile la fibra in tutti i distretti industriali italiani, nelle aree bianche, nere e grigie”, ha evidenziato Moglia. Aggiungendo: “Bisogna saper scegliere sugli investimenti, andando dove c’è bisogno e quindi esiste la domanda”.

Il top manager di Tim ha concluso con un commento sull’evoluzione delle tecnologie per la connettività: “Impariamo dall’esperienza, prima si pensava solo all’Ftth, oggi molta attenzione si concentra sull’Fwa. Noi pensiamo che i soldi pubblici vadano spesi molto bene per incentivare gli investimenti privati e non per sostituirli. Il piano del governo sui prossimi bandi di gara è buono, ma il rischio sta sempre nei dettagli”.

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