“La digitalizzazione dell’Italia è in ritardo. A dirlo sono i Ministri stessi e il fallimento dei bandi è sotto gli occhi di tutti”. Lo ha detto Federico Mollicone, Deputato e Responsabile Innovazione Fratelli d’Italia, a Telco per l’Italia, l’evento CorCom-Digital360, puntualizzando che “non si tratta di un attacco pregiudiziale” nei confronti del Governo.
“Noi abbiamo sempre sostenuto la centralità di questi temi, dalla sovranità digitale europea all’importanza di agire per un’accelerazione nella copertura delle varie aree, abbiamo appoggiato i bandi e il progetto di rete unica”, e siamo “convinti che oggi più che mai, in concomitanza con una crisi geopolitica, sia importante arrivare a questi risultati”. Ma i fatti sembrano andare in altra direzione: “Mancano il controllo e una visione complessiva“, puntualizza. “E se durante la pandemia abbiamo toccato con mano quanto importante sia il digital per lavoro e istruzione, oggi il Pnrr risulta già superato” alla luce delle costanti evoluzioni.
Competenze e sicurezza
La priorità? Secondo Mollicone, “favorire la creazione di competenze Stem“, ad esempio, rappresenta “una delle necessità più urgenti, sia per la competitività sia per l’innovazione”. “Mancano addetti – ha fatto notare – ed è necessario rafforzare i percorsi formativi”. Ma altro tema al centro dell’agenda è la sicurezza informatica: “Il 70% degli italiani pensa che la cybersicurezza debba essere insegnata: noi siamo d’accordo, si tratta di un tema cruciale per il futuro”.
Se però le questioni emergenziali sono chiare, non altrettanto sembra potersi dire – secondo Mollicone – delle strategie attuate dal sistema Paese. “Pensiamo al paradosso di un Dl Tagliaprezzi che invita le aziende a dotarsi di alcune tecnologie e il successivo ampliamento del Golden power, che invece sembra imporre la disinstallazione di quegli stessi strumenti. Cosa devono fare gli operatori? E’ inevitabile che si crei un clima di confusione e incertezza“. E allora, la sluzione potrebbe stare nel semplice rafforzamento delle operazioni di controllo. “E’ necessario vigilare, ma senza isterismi, in tempi rapidi per garantire la piena efficienza dell’Agenzia nazionale sulla cybersecurity“, ha concluso.