Moody’s alza il rating di Tim da B1 con outlook negativo a Ba3 con outlook positivo.
La decisione di Moody’s conclude il processo di revisione per l’upgrade avviato il 6 novembre 2023, quando Tim ha annunciato la cessione dei propri asset di rete fissa (“NetCo”) a fondi gestiti da Kkr per un valore di 18,8 miliardi di euro (che salgono a 22 miliardi di euro considerando i possibili earn out). L’upgrade del rating fa seguito all’annuncio del 30 maggio 2024 dell’approvazione dell’operazione da parte della Commissione Europea e al via libera di gennaio da parte del governo italiano in linea con la golden power.
Poiché non sono necessarie ulteriori approvazioni normative, Moody’s ritiene che il rischio che la transazione non si concluda con successo secondo i termini annunciati sia molto limitato. “L’upgrade a Ba3 riflette il significativo miglioramento del profilo finanziario della società grazie alla prevista riduzione del debito di oltre 14 miliardi di euro, che compenserà il deterioramento del suo profilo di business”, spiega Ernesto Bisagno, vice president, senior credit officer and lead analyst per Telecom Italia.
Le performance di Tim
“L’outlook postivo riflette la recente solida performance operativa e la nostra aspettativa che i parametri di credito di Telecom Italia miglioreranno nei prossimi due anni, sostenuti dalla continua ripresa degli utili”, puntualizza Bisagno.
Ulteriore miglioramento del rating possibile se il rapporto debito/Ebitda rettificato secondo i criteri di Moody’s scenderà sotto 3x a fronte di una crescita mid-single digit dell’Ebitda ogni anno. Improbabile invece un peggioramento del rating nell’arco dei prossimi 12-18 mesi, possibile solo nel caso di un marcato deterioramento della performance operativa che dovesse portare la leva rilevata da Moody’s sopra 4x.
Il miglioramento del rating riflette inoltre considerazioni sulla governance aziendale legate alla decisione di Telecom Italia di perseguire una politica finanziaria più conservativa e una minore tolleranza alla leva finanziaria rispetto a prima della cessione di NetCo.
La cessione della rete
La cessione della rete renderà infatti il modello di business più esposto alle condizioni volatili del mercato domestico. Tuttavia, segnala Moody’s, Tim manterrà il controllo della parte intelligente dell’infrastruttura, i data center, la più grande quota di spettro in Italia, il Brasile che va bene e il business Enterprise, ben posizionato. Quest’anno, però, a causa degli alti oneri finanziari e dei costi legati allo scorporo della rete, il FCF, secondo l’agenzia, sarà ancora negativo per Eu1.2bn, raggiungendo il break even solo l’anno prossimo. La cessione di Sparkle (circa Eu0.8bn) e la possibilità di recuperare Eu1bn dalla restituzione canone non dovuto del 1998 potrebbero compensare l’assorbimento di cassa su quest’anno.
La strategia finanziaria e la gestione del rischio costituiscono una considerazione di governance secondo la metodologia dei principi generali per la valutazione dei rischi ambientali, sociali e di governance di Moody’s.
Il commento di Intermonte
Intermonte ricorda che la decisione di Moody’s era attesa: lo scorso 6 novembre, a seguito della delibera del cda Tim di cedere NetCo, l’agenzia aveva avviato un processo di revisione del rating, segnalando la possibilità di un miglioramento di uno o due notch del merito di credito su Tim. Il miglioramento di un solo notch (da B1 a Ba3) non esclude la possibilità di ulteriori upgrade nei prossimi 12-18 mesi, considerando l’outlook ora positivo (prima negativo).
“Il giudizio Ba3 di Moody’s è allineato con quello di Fitch (BB-) e si colloca un notch sopra quello di S&P, attualmente B+ ma sotto osservazione per un possibile miglioramento – segnalano gli analisti – Per quest’anno, le nostre stime di assorbimento di cassa sono coerenti con quelle di Moody’s: su base after lease stimiamo un Efcf negativo per Eu1.179m che porta ad un debito netto di Eu7.53bn (target c. Eu7.5bn) e ad una leva di 2.0x (guidance c. 2.0x), mentre sul 2025 ipotizziamo che l’Efcf, positivo per Eu190mn, sia completamente compensato dai dividendi pagati ai minoranzisti in Brasile (Eu220mn) risultando in un debito netto stabile YoY (Eu7.56bn) e una leva in leggero miglioramento (1.9x)”.
“Sul 2026, stimiamo invece un Efcf positivo di Eu670mn che al netto dei dividendi di Tim Brasil si traduce in una riduzione del debito di circa Eu0.4bn, in area Eu7.16bn (guidance Eu7.0-7.5bn) e un miglioramento della leva a 1.7x (target: 1.6-17x) – conclude Interminte – Nelle nostre stime 2024-26 non consideriamo la cessione di Sparkle (Eu0.8bn), l’incasso del Eu1bn legato alla restituzione del canone 1998, la cessione di Inwit (Eu0.3bn) e gli earnout su NetCo (Eu2.9bn), ma recepiamo questi elementi nella nostra Sop pesandoli per diverse probabilità di accadimento