L'INTERVISTA

Morganti: “Scorporo rete TI, era ora. Ma l’Fttc non basta”

“Ragionevole uno scorporo dalla centrale in poi, ossia dell’ultimo miglio”, sottolinea l’esperto. “Ma solo l’Ftth apre davvero la rete”

Pubblicato il 02 Ott 2012

franco-morganti-121001180422

«Ora finalmente Telecom Italia parla di scorporo della rete. Ci siamo quasi. I tempi maturano e sono contento». Aspettava tanto questo momento, sono anni che lo profetizza: Franco Morganti, classe 1931, è uno dei “guru” storici delle tlc italiane. Un passato nei Cda di Enel, Wind e vicepresidente dell’International Institute of Communications con sede a Londra. Adesso perlopiù si dedica a organizzazioni no profit. “Sono appena tornato da Évian-les-Bains, in Francia, dove risiedo spesso. E dopo tre mesi fuori dall’Italia ho trovato a casa un pacco di giornali alto così”.

In cima ha certo visto le notizie sulle ipotesi di scorporo. Da quanti anni parla dell’opportunità di scorporare la rete fissa Telecom?

Saranno sette anni. Ricordo quando si sono affacciate le nuove tecnologie di unbundling. Si era assodato che combattevano il monopolio e allora sembrava che non ci fosse bisogno di scorporo. Ma poi si è visto che se nessuno metteva la fibra ottica, quelle tecnologie erano solo palliativi. Rovati (Angelo, consigliere del governo Prodi, ndr.) ci ha rimesso la reputazione su una cosa giusta – con un piano per lo scorporo della rete- anticipando i tempi. Ricordo che solo tre mesi fa, dopo un mio articolo su questo tema, i vertici di Telecom mi hanno chiamato, dicendomi “Perché non ce lo hai detto prima di scrivere?” Ma hanno aggiunto: “È un’idea che si può praticare”. Ho risposto: “Bene, che sorpresa: finora sembrava che avevate un’opinione diametralmente opposta”.

Ma quali sono i vantaggi dello scorporo?

La rete starebbe tornando al monopolio naturale con l’Ngn. Con certe tecnologie come il vectoring, l’unbundling non è più possibile. Allora, poiché andare avanti è necessario, poiché l’Italia deve adottare la fibra ottica, e Telecom vuole usare il vectoring, solo con lo scorporo possiamo assicurarci che almeno venga mantenuto l’attuale livello concorrenza. A seconda dei diversi Paesi europei, dal 21 al 55% delle linee dell’incumbent sono ora usate dei concorrenti per servire i propri clienti, grazie all’unbundling. Sarebbe un delitto buttare via questi risultati. Lo scorporo serve a garantire il livello di concorrenza che c’era nel rame.

E per Telecom?

Vantaggi finanziari. C’è un pezzo di rete che ha un certo valore, viene venduto e va in borsa. Il senso per TI è questo, come ha fatto Enel con Terna. Ridurre il debito. TI inoltre diventa una società più appetibile, i soci di Telco potranno diminuire il proprio impegno.

Come andrebbe fatto lo scorporo?

Vorrei che fosse scorporata l’intera rete. Ma mi rendo conto che questa incorpora tanti apparati essenziali per l’attività commerciale. L’idea ragionevole allora è scorporarla dalla centrale in poi: l’ultimo miglio. Tanto, nelle lunghe distanze ormai gli operatori si sono fatti le proprie reti.

E come fare l’Ngn?

Sono un fautore dell’Ftth, la sola tecnologia che ad oggi consente l’apertura della rete.

Ma se c’è scorporo non ci sarà bisogno di pensare all’Ull, forse. Lo scorporo stesso sarà un antidoto alla chiusura del mercato.

In realtà bisogna vedere chi comanda dopo lo scorporo. Bernabè insiste per avere il 51%. Va bene, ma l’importante è che su certe decisioni ci sia una maggioranza qualificata. Per esempio su quali nuove tecnologie adottare: Ftth o Vdsl2.

Telecom e Fastweb hanno però fatto una scelta diversa dall’Ftth.

Sì, ma Bernabè ha sempre appoggiato questa decisione con il seguente argomento: volete che copriamo rapidamente l’Italia rispettando gli obiettivi Ue? Il solo modo è fermarci al cabinet. Ora, io dico: non è comunque una cosa semplice aprire tutti i cabinet e metterci apparati Vdsl2 ma in ogni caso questa scelta è nemica della concorrenza. E dopo sette-otto anni poi comunque TI dovrà di nuovo mettere le mani sulla rete per portare la fibra all’utente; perché il vectoring ha limiti di frequenza e quindi non può dare una velocità ottimale. Nel lungo periodo ci sarà bisogno di un 1 Gb e lo puoi dare solo con Ftth. Allora, se in una società scorporata servirà una maggioranza qualificata per queste decisioni, buonanotte al vectoring. I tecnologi la pensano come me. Stefano Pileri se n’è andato da TI perché l’azienda, con il vectoring, stava prendendo una decisione non difendibile tecnologicamente.

Che pensa dell’Ull dei servizi sulla rete?

Che bisogna fare prima un’analisi di mercato, come richiesto dalla normativa europea e come in effetti Agcom si accinge a fare. E così vedere se c’è concorrenza nei servizi, se i prezzi sono allineati ai costi. Verrà fuori però che per la manutenzione non è così: hanno ragione i concorrenti.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati