Conferire la rete fissa di Telecom Italia ad una nuova società, da quotare in Borsa, alla quale possano partecipare la stessa Telecom, Enel, Metroweb e altri azionisti interessati, ciascuno in campo con le proprie infrastrutture di rete (fissa). Questa la proposta del senatore Massimo Mucchetti, presidente della Commissione Industria. Una proposta che consentirebbe non solo di spingere la realizzazione della nuova rete a banda ultralarga per il Paese, ma anche di ampliare con il tempo il capitale flottante degli azionisti.
La newco, questa l’idea di Mucchetti, si caricherebbe solo di una parte del debito di Telecom “Una quota ragionevole”, puntualizza il senatore a CorCom. La creazione della nuova società delle reti “darebbe all’Italia la rete di prossima generazione che oggi, in larga misura, manca. Successivamente i fondatori potrebbero gradualmente ridurre le proprie partecipazioni così da ampliare sempre di più il capitale flottante sul mercato”. Una proposta dunque che non ha niente a che vedere con la nazionalizzazione – ci tiene a precisare il senatore nello smentire l’articolo uscito sul Financial Times – anche perché lo Stato sarebbe un azionista decisamente minoritario nonché indiretto: “Lo Stato avrebbe, solo inizialmente, una quota minoritaria e indiretta, attraverso Enel e Metroweb – spiega in dettaglio Mucchetti -. La mia idea, quindi, non è quella di nazionalizzare la rete, e non ha nulla a che vedere con una “ritorsione patriottica” contro Vivendi; sulla sua conquista del controllo di fatto di Telecom, vorrei solo dire che il mercato è stato, ancora una volta, totalmente calpestato. Sfortunatamente, la legge italiana prevede l’obbligo di far scattare l’Opa solo se l’acquirente supera la soglia del 25% della società bersaglio (in passato era al 30). Nel 2013 avevo proposto di abbassare questa soglia al 15%. Senza successo”.
Per portare a casa la newco però ci sarebbero una serie di ostacoli da superare: “Il vero intoppo nel percorso verso la nuova società – spiega a CorCom Mucchetti – risiede nella valutazione della rete in rame di Telecom Italia, accanto alla quale Enel sta pensando di installare i cavi in fibra ottica. Se l’Enel non è disposta a lanciare progetto congiunto con Telecom Italia, e dunque a riconoscere un valore alla rete in rame economicamente accettabile per Telecom, allora dovrà procedere da sola. Dovrà allora sfidare Telecom, senza i sussidi incrociati della distribuzione elettrica – che è un’attività regolata – e l’infrastruttura per le telecomunicazioni. Lontano da ogni idea statalista, sarà allora il mercato a scegliere il progetto migliore”.