Il mercato discografico conferma per il secondo anno di fila un trend in crescita, dopo che per undici anni consecutivi era stato caratterizzato dal segno meno. Secondo i dati certificati da Deloitte nel 2014 le vendite sono aumentate del 4%, con un fatturato di 122 milioni di euro, grazie soprattutto alle buone performance del digitale, che nell’anno appena trascorso ha pesato per il 38% sul mercato complessivo, crescendo di sei punti percentuali rispetto ai 12 mesi precedenti.
“La crescita – spiegano dalla Federazione dell’industria musicale italiana – è stata trainata soprattutto dai servizi streaming come TIMmusic, Google Play, Spotify, Deezer, YouTube e Vevo”. Servizi che, secondo l’Ifpi digital music report 2014, hanno registrato un vero e proprio boom, con una crescita superiore all’80% anno su anno. In particolare, i servizi sostenuti da pubblicità sono cresciuti dell’84% mentre quelli in abbonamento dell’82%. Oggi lo streaming rappresenta il 57% del digitale, contro il 43% del download, sceso nel 2014 del 15%. Nel 2013 lo streaming rappresentava il 12% del totale mercato, oggi il 22%.
“Da rilevare – si legge nella nota della Fimi – il rallentamento del calo del supporto fisico che rappresenta comunque il 62% del mercato, e in questo contesto va segnalata inoltre la costante crescita del vinile, cresciuto dell’ 84% anche se rappresenta sempre un fenomeno di nicchia con il 3% del mercato”.