Trenta giorni di tempo per "adottare idonei rimedi atti a
risolvere le carenze informative relative ai piani tecnici per la
qualità della rete fissa di accesso". Questo
"l'invito" a Telecom Italia da parte dell'Organo
di vigilanza sulla parità di accesso alla rete di Telecom Italia
guidato da Giulio Napolitano. La decisione è stata presa lo scorso
16 giugno dopo che Fastweb, Vodafone, Wind e Bt Italia avevano
contestato "lacune informative' nei piani di Telecom per
lo sviluppo e la qualità della rete.
L'Organo contesta dunque a Telecom Italia la chiusura, senza
adeguata informazione agli operatori alternativi, di 500 centrali –
che servono circa un milione di clienti – con impianti Dslam, 7mbs
aperti al servizio bitstream per i servizi all'ingrosso. E
nonostante Telecom abbia risposto che le centrali sono state chiuse
"per evitare problemi di degrado della qualità
dell'offerta ai clienti connessi con gli operatori alternativi
e Telecom Italia stessa", secondo l'organo di vigilanza i
comportamenti dell'azienda "configurano
un'inadeguatezza nell'esecuzione del gruppo degli impegni
numero 5 sulle garanzie di trasparenza dei piani tecnici per la
qualità della rete fissa di accesso e numero 6 sulle garanzie di
trasparenza dei piani tecnici per lo sviluppo della rete fissa di
accesso. Gli Olo si sono trovati infatti nell'impossibilità,
senza alcun preavviso, di fornire servizi a nuovi clienti nel
raggio di azione delle centrali.