"Se la logica regolamentare del mercato in rame è destinata a
valere anche per quella in fibra, il raggio di azione degli impegni
e della relativa attività di vigilanza dovrà estendersi di
conseguenza". E' quanto sostiene Giulio Napolitano, il
presidente dell'organo di Vigilanza istitituito nell'aprile
del 2009 con il compito di verificare la corretta esecuzione degli
impegni assunti volontariamente da Telecom Italia e resi vincolanti
dall’Autorità nel dicembre 2008.
In occasione della presentazione della Relazione annuale 2010
(scarica
qui la relazione del Presidente Napolitano) è stato il tema
degli investimenti nelle nuove reti a tenere banco. "Si sta
consolidando uno scenario nel quale gravano sull'operatore
dominante responsabilità e obblighi speciali nell'avanzamento
della nuova frontiera tecnologica", sottolinea Napolitano.
"Garantire la massima correttezza e trasparenza
nell'operato di Open Access su questo nuovo versante diventerà
allora una delle condizioni fondamentali per il positivo esito,
anche sul piano della parità concorrenziale, di una sfida così
impegnativa e qualificante dal punta di vista economico e
sociale".
Alla luce dell’esperienza maturata nei primi due anni di
attività, l’Organo di vigilanza ritiene che aver dedicato buona
parte della propria attività istituzionale all‘individuazione di
soluzioni concrete da raccomandare a Telecom Italia per una
migliore realizzazione degli obiettivi degli Impegni si stia
rivelando una scelta giusta. "Lo testimoniano, nonostante
alcuni limiti nella stessa azione dell’Organo di vigilanza, i
risultati finora raggiunti, sia in termini di adeguamento dei
processi aziendali, sia in termini di miglioramento dei servizi di
rete resi al mercato. L’Organo di vigilanza, inoltre, è lieto di
aver potuto contribuire al riconoscimento anche in sede europea dei
pregi del sistema italiano di governance degli Impegni ideato
dall’Autorità". "Merita infine di essere sottolineata
la natura “dinamica” degli Impegni e la lungimiranza
dell’Autorità nell’aver previsto, in una logica di evoluzione
delle infrastrutture di accesso, la possibilità di una loro
estensione ai servizi wholesale su reti di nuova generazione. Si
tratta di un’intuizione che sembra oggi ricevere significative
conferme nella recente Raccomandazione comunitaria. Affrontare il
problema della banda ultra larga nel quadro della disciplina dei
mercati 4 e 5, infatti, è possibile in quanto questa venga
considerata non come un nuovo mercato, ma come un’evoluzione
tecnologica di quelli oggi esistenti".
E' sulle nuove regole che ha acceso i riflettori il numero uno
di Telecom Italia Franco Bernabè: "Riteniamo che
l'obbligo di unbundling della fibra, proposto
dall'Autorità a partire dal 2013 nelle aree territoriali
cosiddette in monopolio, sia del tutto non proporzionato e non
giustificato perché prescinde dalla valutazione della sufficienza
degli altri obblighi già imposti a Telecom Italia". "In
primo luogo – spiega Bernabè – riteniamo che l'imposizione di
nuovi obblighi in capo a Telecom Italia, o la modifica di obblighi
precedentemente imposti richieda necessariamente l'apertura di
un nuovo procedimento di analisi di mercato: non si tratta solo di
una questione di adesione formale al dettato normativo europeo e
nazionale ma di una questione sostanziale". Quindi, secondo
Bernabè, la revisione delle attuali regole sulle reti Ngn,
prospettato dall'Agcom, non può prescindere da un'analisi
sull'effettivo potere di mercato a livello territoriale di
Telecom, considerando le prospettive di sviluppo a livello locale
della concorrenza infrastrutturale nelle nuove reti.
Da parte sua Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Wind,
sottolinea "la certezza che il mercato cambierà, ma è
difficile prevedere in che modo. C'è una grande incertezza
anche su come si dividerà la torta. Inoltre a causa degli
'over the top' si sono ridotti i ricavi e quindi non ci
sono certezze sul futuro e sugli investimenti". Gubitosi
ribadisce la necessità del "mantenimento delle regole per
garantire competitività al mercato, che ha generato
l'abbassamento dei prezzi". L'Ad di Wind, inoltre, ha
sottolineato la necessità di condividere le infrastrutture tra gli
operatori: "C'è un grande spreco di risorse sulle
infrastrutture, sarebbe meglio condividerle e utilizzare queste
risorse per nuove tecnologie".
LA RELAZIONE 2010
La relazione offre un quadro completo delle attività svolte nel
corso del 2010, al termine del secondo anno di svolgimento del
mandato. Il 2010 ha confermato come il processo di attuazione degli
Impegni sia necessariamente complesso e articolato. Non si tratta,
peraltro, di una peculiarità italiana. Basti pensare a quanto
avvenuto nel Regno Unito con gli Undertakings sottoscritti nel 2005
e ancora oggi oggetto di un laborioso e oneroso percorso di
esecuzione e di aggiornamento.
Al fine di migliorare l’attuazione degli Impegni, nel corso del
2010, l’Organo di vigilanza ha rivolto a Telecom Italia 33
raccomandazioni specifiche: 14 hanno toccato il tema del Nuovo
Processo di Delivery, 6 il codice di comportamento del personale di
Open Access, 11 la qualità della rete, 2 il suo sviluppo. Di
queste 33 raccomandazioni, 6 hanno comportato rilevanti adeguamenti
dei processi gestionali dell’Azienda.
Tra gli interventi dell’Organo di vigilanza nel 2010, meritano di
essere ricordati: a) l’indagine sulle causali di scarto degli
Ordinativi di Lavoro degli Operatori alternativi (c.d. “KO”)
che acquistano da Telecom Italia servizi wholesale (tra cui servizi
ULL e bitstream) nel contesto delle procedure di migrazione dei
clienti tra Operatori; b) l’individuazione di soluzioni concrete
per limitare i problemi di saturazione delle centrali per la
fornitura di servizi bitstream; c) la valutazione del trattamento
riservato da Open Access, per le attività di delivery e di
assurance, alla clientela di Telecom Italia e a quella degli
Operatori alternativi; d) le raccomandazioni formulate per rendere
più trasparente il processo di innovazione della rete fissa di
accesso di Telecom Italia; e) le misure richieste all’Azienda per
migliorare la qualità della rete e renderla più omogenea
sull'intero territorio nazionale, assicurando nel contempo la
necessaria trasparenza informativa agli Operatori; f) il
miglioramento qualitativo dei sistemi di incentivazione aziendali e
di formazione del personale.
Anche nel 2010 sono giunte segnalazioni all’Organo di vigilanza
da parte degli Operatori alternativi. I reclami hanno
principalmente riguardato i temi della qualità e dello sviluppo
della rete fissa di accesso. A seguito di complesse procedure
istruttorie, l’Organo di vigilanza ha formulato specifiche
richieste a Telecom Italia volte a rendere più efficace
l’attuazione degli Impegni in questi ambiti. L’Organo di
vigilanza auspica che anche in futuro eventuali doglianze degli
Operatori alternativi in merito al processo di attuazione degli
Impegni si traducano in puntuali segnalazioni e reclami. Soltanto
così sarà possibile valutare nel merito le criticità evidenziate
e contribuire al miglioramento dei servizi di accesso, a vantaggio
del mercato e dei consumatori finali.
Con le linee strategiche di intervento per l’anno 2011, approvate
con la Determinazione n. 1/2011, sono state pianificate le
principali attività dell’Organo di vigilanza, al fine di
garantire la realizzazione degli obiettivi sottesi agli Impegni,
con particolare riguardo all’efficacia del Nuovo Processo di
Delivery e al miglioramento della qualità della rete di accesso.