L’emergenza coronavirus ha messo sotto stress le reti delle aziende di telecomunicazione ma la prova è stata superata; anzi, proprio gli investimenti fatti dagli operatori Tlc hanno fatto la differenza nella pandemia di Covid-19 rispetto a quella di influenza spagnola che ha colpito il mondo esattamente un secolo fa. Lo ha affermato Carlo Nardello, Chief Strategy, Customer Experience and Transformation Officer, Tim, intervenendo al primo web talk di Telco per l’Italia 2020, “La resilienza delle Telco al tempo del Coronavirus”, organizzato da CorCom-Digital360.
Le reti Tlc hanno permesso alle persone di continuare a lavorare con lo smart working, studiare con la didattica a distanza, operare negli ospedali, nel governo e nelle pubbliche amministrazioni. Ma, ha evidenziato Nardello, “la situazione non è uguale in tutta Italia, ci sono zone ben collegate e altre che restano fuori: 11 milioni di persone non hanno potuto usufruire dei servizi di connettività ultrabroadband di cui hanno usufruito gli altri e Tim ha effettuato un intervento urgente in coerenza con il dl e con le disposizioni Agcom. Siamo riusciti, in collaborazione con Infratel, a coprire 7mila cabinet e collegare alla rete circa 1,5 milioni di persone”.
Proprio in merito al digital divide Nardello ha sottolineato gli obiettivi del piano aree bianche di Tim: “accendere” la fibra per dare agli italiani tutti i servizi essenziali che si basano sulla connettività, come smart working, intrattenimento online, e-government, telemedicina, formazione a distanza.
Il lockdown, che ha costretto le persone a casa, ha prodotto l’effetto positivo di portare gli italiani a scoprire il valore della connettività fissa accanto a quella mobile e ha diffuso la conoscenza delle opportunità del digitale, ha evidenziato Nardello. Per andare avanti occorre premere sulle competenze digitali, a ogni livello, dalla popolazione generale ai dipendenti della PA.
Le telco intanto proseguono i loro investimenti e per Tim la strada delle alleanze è vincente per velocizzare le implementazioni. “Il co-investmento funziona, lo dimostrano anche le esperienze degli altri paesi. Tanto che l’Ue l’ha inserito nel nuovo Codice delle comunicazioni”, ha sottolineato Nardello. Non a caso Tim ha un accordo di co-investimento sul mobile con Vodafone e ha già agito in questa ottica in passato con l’alleanza con Fastweb sull’Ftth (Flash Fiber).