I Repubblicani della Camera dei rappresentanti americana continuano
la loro battaglia contro la Federal Communications Commission e le
regole sulla net neutrality. I Parlamentari hanno approvato un
emendamento alla bozza di legge sui fondi federali che potrebbe
bloccare l’applicazione delle controverse norme che vietano la
discriminazione del traffico Internet.
Il principio secondo cui tutti i contenuti web vanno trattati allo
stesso modo, opposto alla necessità di filtrare il traffico in
base a diversi livelli del servizio creando anche fasce di prezzo
differenziate, è uno dei temi caldi della net economy oggi. Ma il
dibattito non è puramente accademico e non solo politico:
interessa da vicino aziende come At&t, Verizon Communications e
Comcast che possiedono le reti su cui viaggia Internet e che
verrebbero colpite dal divieto di discriminare i contenuti del
web.
Come noto, la Fcc ha approvato le regole sulla neutralità della
rete a dicembre, ma non le ha ancora pienamente implementate. I
parlamentari
Repubblicani si oppongono tenacemente, sostenendo
che l’intervento della commissione rappresenta una “indebita
ingerenza del governo federale su un libero mercato”.
"Per
qualche motivo, la Fcc ha deciso di andare oltre i suoi poteri e di
applicare regole da 19mo secolo alla rete del 21mo”, afferma il
parlamentare Repubblicano Cliff Stearns della Florida.
Un comitato della Casa dei rappresentanti ha approvato alla fine
della scorsa settimana un emendamento al decreto su fondi federali
che impedisce alla Fcc di usare questi finanziamenti per la messa
in vigore delle norme sulla neutralità della rete. La Casa dei
rappresentanti è a maggioranza Repubblicana e il suo voto può di
fatto bloccare le regole volute dalla commissione guidata da Julius
Genachowski.
Tuttavia ogni emendamento della Camera americana
deve passare per il vaglio e l’approvazione del Senato, dove i
Democratici sono in maggioranza e hanno già fatto sapere che non
intendono adottare le proposte dei Repubblicani. La bozza di legge
sulla spesa federale dovrà essere approvata entro la mezzanotte
del 4 marzo – a quel punto si conoscerà l’esito del braccio di
ferro tra Senato e Camera e quale sarà il destino delle norme
sulla net neutrality volute dalla Fcc.