Per la prima volta nella storia americana l’accesso a Internet
sarà sottoposto a regole. La Federal Communications Commission Usa
guidata da Julius Genachowski ha approvato le norme per la Net
Neutrality. Tre a due i voti (i Repubblicani hanno votato contro:
vogliono zero regole) per un pacchetto che, nonostante non sia
ancora disponibile nella sua forma integrale, sembra già destinato
a un fuoco incrociato di interpretazioni e polemiche oltre a
possibili cause da parte delle aziende. Senza contare che la
giurisdizione della Fcc sul tema potrebbe non essere certa al 100%
e che le nuove regole potrebbero dover fronteggiare il contrattacco
dei repubblicani che da gennaio prenderanno possesso del
Congresso.
Secondo il presidente della Fcc il pacchetto di nuove regole è
“la base di partenza per poter garantire un Internet che sia una
vera piattaforma per innovazione, investimenti, competizione e
libertà di espressione”. Eppure rimane, secondo gli analisti,
ambiguo e soprattutto passibile di interpretazioni.
Per tutti gli operatori (del fisso e del mobile) è previsto
l’obbligo di trasparenza: dovranno fornire a utenti e aziende di
servizi Web informazioni dettagliate (più di quanto cioè non
facciano attualmente) sulle modalità con cui gestiscono il
traffico e i termini commerciali dell’offerta. Ma il punto che
viene giudicato più oscuro è là dove la misura prevede norme
diverse per fisso e mobile. I provider del fisso non potranno
bloccare contenuti, applicazioni e servizi “legali” e non
potranno sperimentare tecniche “irragionevoli” di gestione del
traffico (i servizi devono poter competere ad armi pari).
Agli operatori del mobile viene invece dato più spazio di manovra:
non possono bloccare applicazioni voce e video delle aziende
concorrenti, ma avranno le mani più libere con altri tipi di
applicazioni e servizi e potranno chiedere ai provider di contenuti
e servizi pagamenti più alti in base all’ampiezza di banda
utilizzata.
Soddisfazione da parte dell’industria che vede scongiurato il
pericolo di una classificazione della fornitura di broadband tale
da imporre il controllo sui prezzi. Verizon teme la possibilità
che le nuove regole possano essere desautorate portando incertezza
nel mondo dell’industria, delle innovazioni e degli investimeti.
Per Comcast le nuove regole sono un punto di equilibrio tra
esigenze di mercato e garanzie per un Internet libero.
E in Europa? Il dibattito sulla net neutrality non scalda i Paesi
della Ue nonostante sia in aumento la competizione tra operatori
mobili e fornitori di servizi come Skype. In Europa, scrive
un’analisi pubblicata da Reuters, sono ancora gli ex incumbent ad
avere l’ultima parola, una condizione determinata anche dalle
strette relazioni di Deutsche Telekom, France Telecom e Telefonica
con i governi dei rispettivi paesi. Fino a oggi la Commissione
europea ha evitato di legiferare per evitare conflitti con aziende
come Skype,
Google o Facebook, che offrono servizi gratis colpendo il business
dei carrier. Ma gli Isp – in Europa prevalentemente telco – già
mettono in atto strumenti per gestire il traffico e le strategie
per contrastare ulteriormente l’aggressione dei concorrenti
potrebbero diventare troppo ingombranti da essere elusi dalla
Commissione Ue. “Gli operatori mobili faranno tutto il possibile
per bloccare la concorrenza e impedire la cannibalizzazione dei
loro
flussi di ricavi ", dice Bengt Nordstrom, direttore generale
di Nordic telecomunicazioni Northstream consulenza. "Gli
operatori hanno schivato la pallottola neutralità della rete solo
per ora. Ma in un futuro non lontano, forse già dal 2012,
potrebbero dover prevedere un intervento della Commissione
europea”.