E’ polemica sulle norme approvate dal Parlamento europeo di Strasburgo per regolare la net neutrality. Se dal versante Ue, infatti, vengono presentate come lo strumento che impone alle imprese che offrono l’accesso a Internet di trattare tutto il traffico dati in modo equivalente, dall’altro gli attivisti che si erano impegnati chiedendo un accesso indiscriminato al web sono del parere che si tratti di principi troppo vaghi, e che quindi potrebbero aprire la strada ad accordi tra i fornitori di contenuti e chi gestisce le reti. In aula oltre due terzi dei deputati hanno bocciato sia la proposta del gruppo euroscettico Efdd (con Ukip e M5S) di respingere l’accordo già raggiunto con il Consiglio, sia 13 emendamenti proposti da Verdi e Sinistra Unitaria.
La nota del Parlamento europeo dopo il voto di Strasburgo sottolinea come “la nuova legislazione obbligherà le imprese che offrono l’accesso a internet a trattare tutto il traffico dati in modo equivalente. Ad esempio, non sarà consentito bloccare o rallentare la ricezione di contenuti, applicazioni o servizi offerti da aziende specifiche”. Limitata, secondo quanto riporta l’europarlamento, è la portata delle eccezioni, come “il caso che intervenga una decisione di un tribunale in tal senso per, ad esempio, evitare una congestione della rete o contrastare attacchi informatici. Se tali misure saranno necessarie per la gestione del traffico dati, dovranno essere ‘trasparenti, non discriminatorie e proporzionali’ e non dovranno durare più del necessario”. Poi la parte più controversa: “Un operatore sarà comunque in grado di offrire servizi specialistici, come una migliore qualità internet necessaria per l’utilizzo di alcuni servizi, ma solo a condizione che questo non abbia un impatto sulla qualità generale del traffico internet”.
Una parte, quest’ultima, su cui è intervenuta a commentare Etno, l’associazione europea degli operatori di rete delle telecomunicazioni: “Crediamo sia cruciale sottolineare come la qualità della rete e la diversificazione dei servizi sia fondamentale per assicurare la crescita dell’economia digitale – si legge in una nota dell’associazione – nell’interesse principale dei consumatori europei. La guida connessa, l’e-health, e i nuovi business model per la distribuzione di contenuti online richiedono tanto una gestione della rete quanto una differenziazione dei servizi. Per questo una implementazione di regole comuni in tutta Europa è un tema importante”.
La sessione plenaria dell’Europarlamento, intanto, approvando le norme ha bocciato gli emendamenti che miravano a chiudere ogni possibile “scappatoia” sulla net neutrality, tra i quali quelli del “partito pirata”, che davano voce alle perplessità che nelle ultime settimane erano state sollevate da uno dei “padri” del web, Tim Berners Lee. Una lettera aperta dell’associazione Electronic frontier network, sottoscritta tra gli altri da Etsy, Kickstarter e Tumblr, esprime preoccupazioni sulle “eccezioni”, che “mettono in pericolo – recita il testo – il futuro dell’innovazione delle startup e della crescita economica nell’Ue. Creano barriere per le startup statunitensi e le attività che vorrebbero entrare nel mercato europeo. Crediamo – scrivono i firmatari – che sia in gioco il futuro dell’open Internet in Europa e che sia necessario un intervento urgente”. Secondo Beuc, associazione europea per la difesa dei diritti dei consumatori, le “eccezioni” potrebbero pregiudicare gli obiettivi originari delle norme: “Una legge sulla net neutrality forte – sottolinea una nota – comporta la protezione contro getioni distorte del traffico dati e pratiche commerciali discriminatorie. Ciò che l’Europa sta essenzialmente dicendo è che tutto il traffico Internet nasce uguale, ma una parte è più uguale delle altre”.
Quattro i punti controversi emersi finora, che secondo i critici potrebbero aprire spazi per minare un’effettiva net neutrality. Intanto la definizione dei servizi specializzati: lascerebbe troppa libertà agli operatori di rete, che potrebbero approfittarne per estenderla e di fatto operare discriminazioni. Poi lo zero rating, autorizzato dal testo varato a Strasburgo, che consente agli operatori di non conteggiare il traffico dati generato da alcuni servizi che si ha interesse a “spingere”, e che quindi potrebbe generare distorsioni per la concorrenza. Le nuove norme, inoltre, sostengono i critici, consentono agli operatori di definire classi di servizio, scegliendo quali possano “viaggiare” più veloci di altre. E infine la possibilità per gli operatori di intervenire sul traffico per prevenire congestioni sulla rete: il timore è che proprio questa facoltà di “prevenzione” possa essere utilizzata in modo distorto per rallentare certi servizi a vantaggio di altri.