La net neutrality, il totem della Rete gratis e libera per tutti,
traballa sotto i colpi degli over the top, Apple in testa. Per la
prima volta, la neutralità della rete, non solo viene messa in
discussione ma finisce apertamente sotto accusa: a puntare il dito
è la società di consulenza A.T. Kearney, che domani a Roma
presenta uno studio dettagliato che di fatto “demolisce”
l’attuale modello di business (free) che regola l’uso del web.
Lo rende noto il CorrierEconomia, precisando che lo studio della
società americana parla chiaro: “Senza nuovi modelli di pricing,
la congestione generata dall’aumento esponenziale del traffico
potrebbe finire con il soffocare la crescita stessa della Rete e,
quindi, l’innovazione che tutti vogliamo”, si legge nel
report.
“Questo dato di fatto va portato al centro della politica
industriale europea”, aggiunge A.T. Kearney. Lo squilibrio
attuale fra vecchi operatori Tlc e over the top, secondo il
quotidiano, raggiunge la sua esemplificazione più chiara nel
mercato Usa, dove At&t, il maggior operatore mobile che settimana
scorsa ha rilvato T-Mobile per 39 miliardi di dollari, non regge
più il confronto con Apple. “At&t nel 2007 è diventata la rete
esclusiva per l’iPhone negli Usa. Ma se da un lato l’accordo
con Jobs è stato vantaggioso, dall’altro “l’effetto Apple”
ha creato ingorghi colossali nelle reti delle metropoli, in
particolare a New York e San Francisco”.
“Il punto è: – prosegue il quotidiano – come vanno ripartiti
i costi per le nuove reti, oggi tutti a carico dei carrier
telefonici? Gli over the top non hanno alcun incentivo ad usare la
banda a disposizione in modo efficiente. In questo modo internet
gratis rischia di diventare vittima della sua stessa popolarità
visto che, per effetto delle applicazioni video, da qui al 2014 il
traffico dati crescerà al 35% annuo sulle reti fisse e al 100% su
quelle mobili”.
Solo per mantenere gli attuali livelli di performance
nell’accesso a Internet – già insoddisfacenti – nei prossimi
quattro anni gli operatori europei di tlc dovrebbero investire 30
miliardi di euro.
La proposta di A.T. Kearny è quella di mettere fine alla
neutralità della rete stabilendo una correlazione tra prezzo e
utilizzo dell’infrastruttura: diversi modelli di business, con
prezzi al dettaglio e all’ingrosso collegati alle caratteristiche
dell’uso: ad esempio la capacità (per Gigabyte), il tipo di
traffico (prezzi diversi a seconda della qualità del servizio), il
tipo di fornitore (un prezzo per un determinato servizio premium).