La Federal Communications Commission americana ha votato oggi e approvato l’avvio del processo che porterà alla formale definizione di regole per la net neutrality negli Stati Uniti: 3 commissari (democratici) si sono espressi a favore e 2 (repubblicani) contro la proposta del presidente Tom Wheeler, sostenitore di un normativa che suscita da settimane diffuse proteste.
Il progetto di Wheeler permetterebbe infatti per la prima volta alle aziende di stringere accordi cosiddetti “pay-for-priority”, trasformando Internet in un sistema a due velocità: i grandi gruppi che gestiscono le telecomunicazioni (Verizon, At&t, ecc.) potranno offrire ai loro clienti (Google o Netflix, ad esempio) la possibilità di avere più banda e priorità sulla rete attraverso il pagamento di un abbonamento più costoso. La proposta ha suscitato le proteste dei sostenitori della neutralità della rete e del trattamento uguale per tutto il traffico (dalle tech companies alle associazioni dei consumatori), ma Wheeler sostiene che il suo progetto è stato male interpretato e che non significa che permetterà ai fornitori della banda larga di bloccare o rallentare i contenuti di chi non paga un extra per avere corsie preferenziali.
Inoltre il progetto prevede di creare un supervisore indipendente che agirebbe da garanzia tanto per le aziende quanto per i consumatori. “Non permetterò che l’impianto generale dell’open Internet venga compromesso”, ha detto Wheeler.
Il voto di oggi è solo l’inizio di un processo: da ora si apre un periodo di quattro mesi in cui la proposta del presidente della Fcc verrà sottoposta formalmente al dibattito pubblico; per il momento nessuna nuova regola viene adottata. Per quattro mesi a partire da oggi l’Fcc accetterà e valuterà proposte e suggerimenti per poi arrivare al voto finale.
Come già riportato nei giorni scorsi, Wheeler ha apportato alcuni cambiamenti alla sua proposta iniziale per assicurarsi i voti degli altri due commissari Democratici, Mignon Clyburn e Jessica Rosenworcel, che si erano dette perplesse dalle norme disegnate dal chairman. Per esempio, ora Wheeler accetterà un feedback sugli accordi di “pay-for-priority”, anche se ciò dovesse significare alla fine vietarli del tutto.
La Rosenworcel ha tuttavia criticato la fretta con cui Wheeler ha voluto procedere col voto, dicendo che avrebbe preferito un mese di tempo in più per riflettere sul nuovo impianto normativo. E anche per far placare gli animi: il dibattito sulla net neutrality è stato acceso e anche durante il voto della Fcc decine di manifestanti si sono riuniti fuori dalla sede della Commission al grido di “Salviamo Internet“.
“State cercando di distruggere quanto garantito dal primo Emendamento: il diritto di espressione e la libertà di stampa”, ha gridato ai commissari uno dei manifestanti più turbolenti prima di essere allontanato dalla Polizia.
Anzi, molti dei paladini della net neutrality vorrebbero che la Fcc regolasse più da vicino gli Internet service provider per impedir loro di far pagare di più per far viaggiare i contenuti su corsie preferenziali e più veloci. Anche per questo Wheeler si è detto nei giorni scorsi aperto alla possibilità di aumentare il peso della regulation sui fornitori di servizi Internet su banda larga, ma qui la levata di scudi delle aziende sembra quasi scontata.