“Se è come scrive @lucapagni problema risolto: società partecipata da tutti è proposta Cdp, finora bocciata da Recchi”. Così il presidente di Cdp e Metroweb, Franco Bassanini, commenta su Twitter l’articolo “Banda larga, Telecom Italia contro Bassanini” apparso su “La Repubblica”.
“Se una zona è a market failure, la sfida pubblica è far crescere la domanda forzando processi digitali”, twitta Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente di Strategia e Imprenditorialità alla Bocconi. “Più che una sfida è un dovere, aggiungerei”, risponde Bassanini, “E così fanno i 2 piani del governo”.
Ieri c’è stato un botta e risposta tra il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, e Bassanini. Per Recchi “gli incentivi pubblici per la banda larga devono interessare solo le aree in cui non investono i privati” mentre per Cdp questo vale solo se gli investimenti ci sono “davvero” e sono “in tempi brevi”.
E’ “importante sottolineare che le iniziative di intervento pubblico, affinché non sconfinino al di fuori dell’ambito per cui sono state pensate, devono riguardare aree in cui i soggetti privati non hanno investito e non intendono investire”, ha detto Recchi a un convegno a Barcellona, facendo riferimento a rischi di distorsione della concorrenza.
Recchi ha polemizzato indirettamente con il presidente della di Cdp che nei giorni scorsi aveva definito insufficienti i fondi stanziati da Telecom per la rete con tecnologia Ftth (fiber to the home). “C’è da rimanere basiti a sentire critiche a privati che vogliono investire quando in tutto il mondo i paesi concorrono per attirare queste risorse – ha aggiunto Recchi – Questo è veramente il mondo alla rovescia”.
In serata è arrivato, via Twitter, la controreplica di Bassanini: “Concordo, ma a condizione che i privati investano davvero e in tempi brevi, se no bene che il governo incentivi a farlo”. La Cdp intende costruire una rete ultra veloce, basata sulla tecnologia ftth e propone che Telecom Italia diventi azionista di Metroweb, che è attualmente controllata dal fondo infrastrutturale F2i e dal Fondo strategico italiano, controllato dalla Cassa. Il governo ha approvato un piano di incentivi pubblici agli investimenti nella rete telefonica, che attende però ancora le disposizioni attuative.
Telecom Italia sembra intenzionata a proseguire con il proprio piano di investimenti che si basa sulla tecnologia fttc (fiber to the cabinet, che offre un’ampiezza di banda minore rispetto a ftth) e ftth in 40 città con un investimento di 500 milioni di euro.