L’installazione diffusa di fibra è un processo lungo e oneroso, per questo in Italia, come in altri Paesi europei, l’operatore incumbent sta studiando e implementando opzioni tecnologiche alternative per fornire collegamenti a banda ultralarga agli utenti finali, rispettando così gli obiettivi previsti dall’Agenda Digitale.
Tra le soluzioni tecnologiche alternative è possibile ritrovare il così detto vectoring che, tra le sue peculiarità, consente di ridurre il rumore e le interferenze tra i cavi in rame, uno dei fattori che limitano in modo significativo la velocità della trasmissione su questa tecnologia. Si avvale, quindi, di risorse esistenti ma è in grado di raggiungere una velocità di 100 Mb/s quando l’utente si trova ad una distanza di 400 metri dalla centrale.
In questo modo l’operatore incumbent potrebbe essere in grado di fornire collegamenti a banda ultralarga con investimenti di gran lunga inferiori a quelli necessari per cablare l’intero territorio italiano in fibra ottica, riuscendo comunque a mantenere velocità trasmissive elevate. Ma quali le problematiche regolatorie?
Il vectoring, attualmente, non è al momento compatibile con l’obbligo imposto a Telecom Italia con delibera n. 731/09/Cons, di fornire i servizi di accesso disaggregato alla sottorete locale in rame (sub-loop unbundling). Per questo l’Autorità lo scorso 25 gennaio ha avviato un procedimento volto a valutare l’impatto regolamentare dell’introduzione di nuove tecniche trasmissive quale il vectoring nello sviluppo delle reti di nuova generazione.
Il fine del procedimento è quello dell’eventuale rimodulazione degli attuali obblighi di fornitura del servizio di sub-loop unbundling sulla rete in rame per non limitare la diffusione di nuove tecniche in grado di introdurre significativi miglioramenti in termini di velocità trasmissiva sulle reti Ftth.
L’incompatibilità del vectoring con l’obbligo di sub-loop unbundling deriva dal fatto che tutti i doppini presenti nella cabina devono essere necessariamente gestiti da un unico operatore in quanto anche una singola linea terminata su un Dslam (Digital Subscriber Line Access Multiplexer) diverso da quello su cui terminano gli altri doppini, può significativamente alterare le performance del vectoring, se questa linea è un “disturbatore dominante”.
Attualmente, l’uso del sub-loop unbundling è molto raro a causa del suo complesso business case e dei problemi pratici causati dalla collocazione dei diversi apparati Dslam degli operatori alternativi nello stesso o in un distinto armadio di strada.
Tuttavia, i suoi effetti potrebbero diventare di vasta portata con lo sviluppo del vectoring perché da un punto di vista tecnico per garantire le migliori performance attraverso l’uso di questa tecnologia, sembrerebbe possibile offrire ai concorrenti solo un accesso bitstream.
In questo momento gli operatori, quindi, sono impegnati nello studio di soluzioni tecniche integrative che consentano lo sviluppo di questa importante tecnologia senza pregiudicare allo stesso tempo gli attuali obblighi imposti all’operatore incumbent. La revisione dell’attuale quadro regolamentare potrebbe infatti dar vita ad evidenti vantaggi di natura competitiva per l’ex monopolista con inevitabili problemi per gli operatori nella risalita della ladder of investment, principio fondamentale la cui promozione riveste ancora un ruolo fodamentale come suggerito dalla Commissione europea nello staff working paper allegato alla Raccomandazione Nga.