"In attesa di conoscere nel più breve tempo possibile il
nuovo piano industriale di Telecom Italia sulla Ngn, vorremmo
evitare che qualcuno inizi a preparare un progressivo e silenzioso
outsourcing della rete fissa magari conferendo a Metroweb, con
calma, la rete in rame per procedere così al sempre vituperato
“spezzatino telefonico” che non solo mortifica la
professionalità, il know-how e mette a rischio i dipendenti ma
danneggia, ovviamente, tutti gli azionisti di minoranza di Telecom
Italia". Così in una nota Franco Lombardi, presidente di
Asati, l’associazione dei piccoli azionisti del gruppo di
tlc.
Lombardi ricorda che "il 5 ottobre Asati aveva proposto come
utile a Telecom Italia ed indispensabile al proprio sviluppo e a
quello del sistema-Paese, un aumento di capitale di 5 miliardi di
euro al servizio di un progetto strategico e industriale che il
management avrebbe dovuto presentare ai suoi azionisti e al
mercato: riduzione sensibile del debito; già promesso aumento del
15% annuo dei dividendi; avvio indispensabile della rete Ngn nelle
aree economicamente vantaggiose".
“A valle del nostro comunicato – continua il presidente – il
giorno dopo i vertici della società si sono affrettati ad
affermare perentoriamente che Telecom Italia non aveva bisogno di
nessun aumento di capitale, perché aveva molta liquidità, senza
peraltro nemmeno sfiorare il tema riguardo l’etica aziendale. In
ogni caso,dal convegno Between di Capri apprendiamo che Metroweb,
del fondo F2i, si candiderebbe ad essere il veicolo per la
realizzazione della rete Ngn nelle aree del Paese economicamente
vantaggiose partendo da Milano e collegando in fibra ottica i primi
750mila clienti. A questa proposta, Bernabè ha risposto
'valuteremo se partecipare al progetto', e 'condivido
da subito l’idea di Gamberale'".
"Facciamo notare che nelle principali 12 città italiane i
clienti da collegare sono circa 4 milioni e con tecnologia mista
Ftth/Gpon (fibra a casa) e Fttc (fibra al marciapiede) occorre un
investimento di circa 2 miliardi da realizzare nei prossimi 3-4
anni – precisa Lombardi – E’ possibile che Telecom Italia,
controllata dal gotha della finanza Italiana Telco (i cui azionisti
capitalizzano più di 120 miliardi di euro in borsa e cioè un
terzo di tutta Piazza Affari) non trova l’argent de poche per
promuovere un investimento di questa portata diluito in più anni?
Un progetto la cui reddittività minima sarà almeno del 7-8%,
perché se non fosse sarebbero folli gli azionisti di Metroweb a
farlo! Stiamo parlando di un progetto indispensabile per lo
sviluppo del Paese e fondamentale per il ruolo domestico di Telecom
Italia!".
"Lo scorso 25 febbraio – conclude il presidente – illustrando
i risultati 2010 e piani 2011-2013 Bernabè indicava in circa 2,5
milioni le case ‘passed’ a fine 2011; a che punto siamo oggi?
lo stesso ad il 21 settembre scorso a Londra dichiarava che
l’effetto dell’esborso per le frequenze Lte sarà depressivo
sulla concorrenza nel fisso e quindi sugli investimenti nella rete
Ngn".