LE NUOVE RETI

Ngn, ecco tutti i dettagli della delibera Agcom

Il testo è stato pubblicato stamattina sul sito dell’Authority. Telecom Italia dovrà garantire garantire l’accesso alle proprie infrastrutture fisiche agli Olo in modalità di unbundling. Prevista una fase transitoria in cui potrà essere utilizzato l’end-to-end

Pubblicato il 18 Gen 2012

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L’Agcom ha pubblicato stamattina la delibera con le prime regole sulla rete Ngn (fibra ottica) di Telecom Italia ed emergono così alcuni chiarimenti rispetto all’annuncio della scorsa settimana. Sì, l’obbligo generale di unbundling è previsto e la modalità “end to end” di utilizzo della nuova rete Telecom è stata pensata per questa fase transitoria in cui l’unbundling potrebbe essere ancora tecnicamente impossibile. Si apprende inoltre che questa delibera contiene norme generali che poi l’Autorità attualizzerà con futuri interventi normativi, a seconda dell’evoluzione tecnologica e di mercato, e potrebbe in futuro anche prevedere alcuni obblighi simmetrici (cioè in capo ad altri operatori infrastrutturati). Chiarito ora un altro aspetto: su tutto il territorio nazionale vige l’obbligo, per Telecom, di fare un’offerta orientata al costo per il bitstream e il Vula (unbundling virtuale); si rimanda a un futuro la possibilità di alleggerirlo, a seconda di come evolverà la concorrenza.

Unbundling
“Telecom Italia è soggetta all’obbligo di garantire l’accesso disaggregato alle proprie infrastrutture fisiche di rete agli operatori alternativi, al fine di consentire loro la realizzazione di proprie reti di accesso per la fornitura di servizi di comunicazione elettronica alla clientela finale.”, si legge nell’articolo 2. Sì, all’unbundling, quindi: va inteso come obbligo generale, che aspetta solo le condizioni tecniche per concretizzarsi. Com’è noto, la rete di nuova generazione scelta da Telecom segue, prevalentemente, un’architettura Gpon, per il quale non è ancora matura la tecnologia che permette di fare un unbundling fisico. Telecom deve dare inoltre accesso alla fibra spenta (con relative giunzioni e cavidotti), al segmento di terminazione in fibra (per il fiber to the home) e- nel caso di fiber to the bulding- a quello in rame. Per installazioni di tipo fiber to the node, Telecom deve fornire accesso disaggregato alla sottorete locale in rame. In più, deve permettere la co-locazione degli apparati e vari servizi accessori.

End to end
“Telecom Italia è soggetta all’obbligo di predisporre una soluzione di accesso disaggregato alla propria rete in fibra a livello di centrale locale, ove tecnicamente possibile e tenuto conto dell’effettivo sviluppo di mercato ed infrastrutturale”, ribadisce l’articolo quattro della delibera. Quindi, “fin da ora, Telecom Italia ha l’obbligo di offrire un servizio autonomo di accesso end to end alla propria rete passiva”. L’end to end significa che Telecom deve fornire i pezzi di rete necessari all’operatore per raggiungere autonomamente il cliente finale. Se i pezzi sono già presenti, Agcom prevede una tariffa con canone e costo una tantum; altrimenti, se Telecom deve realizzarli apposta, “l’Autorità ha previsto la possibilità per l’operatore alternativo di ricorrere o alla soluzione degli studi di fattibilità o al meccanismo di programmazione degli ordinativi. In tali casi, per meglio ripartire tra incumbent e operatore acquirente il rischio dell’investimento, l’Autorità ritiene opportuno prevedere, oltre a un contributo una tantum della stessa natura di quello descritto al punto precedente, una modalità di pricing basata su contratti IRU pluriennali”.

Bitstream e Vula
La delibera chiarisce che le modalità di accesso Bistream e Vula devono essere fornite da Telecom con tariffe orientate al costo, al momento. Agcom prevede di alleggerire quest’obbligo- da tariffe orientate al costo a tariffe che rispettino il principio di non discriminazione- ma solo devono essere fissati
nel rispetto del principio di non discriminazione “nelle aree che sono o saranno caratterizzate da condizioni di competizione sostenibile”. Comunque, “le suddette aree saranno individuate nell’ambito di un successivo procedimento di cui all’Art. 33, comma 1”.

Futuri interventi normativi
L’Agcom intende rimettersi subito al lavoro per affrontare altri aspetti e lo scrive nei paragrafi finali di questa delibera.
Primo: “avvierà un procedimento volto a definire il modello a costi incrementali di lungo periodo di tipo bottom-up per la determinazione dei prezzi dei servizi di accesso all’ingrosso su rete in fibra di cui all’Art. 9. Nell’ambito di tale procedimento, saranno individuate le aree dove non sussiste una sostenibile competizione ai fini della definizione dei prezzi del servizio bitstream”.
Secondo: dovrà valutare ed eventualmente approvare l’offerta all’ingrosso che Telecom Italia pubblicherà entro due mesi dalla delibera.
Terzo: monitorerà il processo di “implementazione dei servizi di accesso alla rete in fibra”, per agevolarlo, “definire le eventuali divergenze operative” e “risolvere eventuali problematiche di carattere tecnico”.
Quarto: “avvierà un procedimento volto a valutare l’impatto regolamentare dell’introduzione di nuove tecniche trasmissive, quali ad esempio il vectoring (banda fino a 100 Megabit su rame in Vdsl2, Ndr.), nello sviluppo delle reti di nuova generazione”.
Quinto: “l’Autorità avvierà un procedimento volto a valutare la sussistenza delle condizioni per l’imposizione di obblighi simmetrici di accesso alle infrastrutture fisiche di rete (cioè obblighi in capo ad altri operatori con reti in fibra, Ndr.), sulla base della disciplina comunitaria e nazionale in materia”.

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