Nicita (Agcom): “Sfruttare meglio la banda assegnata alle Tv”

Il commissario Agcom: “L’abbandono delle frequenze a 700 MHz impone un ripensamento dell’attuale modo di fare broadcasting. Ma può essere un’occasione per tutti gli operatori. Nel resto d’Europa lo switch entro il 2020. Per l’Italia inserirsi nel trend europeo è interesse di tutti, utenti e industria”

Pubblicato il 08 Ott 2015

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“Nei prossimi anni l’abbandono della banda 700 Mhz segnerà per tutta l’industria televisiva italiana un cambio di modello, paragonabile al passaggio da analogico a digitale realizzato tra il 2006 e il 2012. L’effetto per spettatori ed editori televisivi sarà positivo, potendo sfruttare meno banda per i canali lineari broadcast, ma molta più banda per programmi broadband mobile, dei quali c’è forte domanda legata soprattutto a offerte televisive”. Lo ha detto Antonio Nicita, commissario Agcom, in occasione di un convegno organizzato a Roma dalla rivista Millecanali.

L’Italia può procrastinare questo passaggio al nuovo utilizzo della banda 700 Mhz al massimo fino al 2022. Tuttavia, i principali Paesi europei stanno già svolgendo le aste e completeranno lo switch tra il 2018 e il 2020. “Inserirsi nel trend europeo e cogliere le nuove occasioni di intrattenimento e di business è interesse anche degli utenti e dell’industria televisiva italiana – sostiene Nicita – Si tratta di predisporre tutte le misure normative e di politica industriale necessarie per un passaggio ordinato e rispettoso delle diverse tipologie di impresa, compresi gli eventuali indennizzi e le condizioni di accesso alle nuove opportunità trasmissive”.

“Partecipare alle nuove opportunità broadband da una parte, ottimizzare l’uso della banda broadcast dall’altra, sono diritti e doveri che riguardano tutti i comparti dell’impresa televisiva, pubblica e privata, nazionale e locale. In Europa – conclude Nicita – nessun servizio pubblico europeo occupa 5 Mux, nessun privato ne usa 3 o 4 per servizi criptati a pagamento, nessuna televisione locale occupa la stessa capacità trasmissiva che aveva in epoca analogica. C’è ampio margine per ottimizzare, anche riconoscendo che i modelli di business e di consumo non si cambiano da un giorno all’altro; ma, se non nascondiamo la testa sotto la sabbia, per non vedere il futuro che arriva, e se non pensiamo che solo le locali debbano ridurre gli utilizzi broadcast, abbiamo il tempo per fare le cose presto e bene”.

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