il caso

No alla net neutrality: negli Usa vittoria per le telco e per Trump



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La Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Sesto Circuito ha annullato le regole sulla neutralità della rete ripristinate dalla Federal Communications Commission che impedivano ai fornitori di servizi internet di rallentare o bloccare contenuti o di differenziare le tariffe. La decisione rappresenta un assist al neo presidente Usa che ha promesso di revocare le misure volute da Biden

Pubblicato il 3 gen 2025



Donald Trump

La Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Sesto Circuito ha stabilito ieri che la Federal Communications Commission (Fcc) non ha l’autorità per ripristinare le regole sulla net neutrality introdotte nell’era Obama. Si tratta di un framework che di fatto impediva ai fornitori di servizi Internet di limitare o bloccare alcuni contenuti o di imporre tariffe diverse per la loro fornitura.

Lo scontro tra democratici e repubblicani

Le norme sulla net neutrality erano state abrogate durante il primo mandato di Donald Trump. Il presidente uscente Joe Biden ha poi firmato un ordine esecutivo nel 2021 per incoraggiare la Fcc a ripristinarle, cosa la commissione ha fatto, votando a maggioranza lo scorso aprile.

Si tratta di una questione che ha innescato una forte tensione tra i due partiti al potere: i democratici vogliono una maggiore supervisione dei fornitori di servizi Internet, mentre i repubblicani rifiutano l’idea che debbano essere regolamentati come le compagnie telefoniche.

La decisione della Corte d’Appello, che non influisce sulle leggi statali in California, Colorado e Washington, rappresenta in questo senso una prima vittoria per la prossima amministrazione Trump, che ha promesso di ritirare le norme. D’altra parte, i giochi sono fatti: Brendan Carr, nominato da Trump nuovo presidente della Fcc, è sempre stato uno dei principali critici della net neutrality. “Anche se il lavoro per eliminare l’eccesso di regolamentazione dell’amministrazione Biden continuerà, questa è una buona notizia”, ha dichiarato Carr su X.

L’ex presidente della Fcc Jessica Rosenworcel aveva invece definito la net neutrality “una necessità per la vita quotidiana”, e ieri ha dichiarato che gli americani vogliono ancora un servizio Internet “veloce, aperto ed equo”, invitando il Congresso ad agire.

Le reazioni degli internet provider e delle associazioni dei consumatori

Inutile dire che i fornitori di servizi Internet hanno plaudito alla sentenza. “La nostra lotta per fermare l’ingiustificata acquisizione di Internet da parte del governo ha portato a un’importante vittoria”, ha dichiarato Grant Spellmeyer, amministratore delegato del gruppo commerciale via cavo Aca Connects.

UsTelecom, associazione di categoria i cui membri includono At&T e Verizon, ha commentato dicendo la decisione è “una vittoria per i consumatori americani che porterà a maggiori investimenti, innovazione e concorrenza nel dinamico mercato digitale”.

Dall’altra parte della barricata ci sono le associazioni di tutela dei consumatori, le quali sostengono che le regole sono necessarie per impedire ai fornitori di servizi Internet di abusare del loro potere. “La decisione odierna permetterà alla prossima Fcc di Trump di abdicare alla sua responsabilità di proteggere gli utenti di Internet da pratiche commerciali senza scrupoli”, ha dichiarato in un comunicato Matt Wood, vicepresidente e consigliere generale di Free Press.

Public Knowledge, un gruppo di orientamento progressista che si occupa di Internet, sostiene che la decisione ha indebolito il potere della Fcc di definire le protezioni della privacy, di attuare misure di sicurezza pubblica e di intraprendere altre azioni. Il gruppo ritiene che la Corte abbia commesso un errore nel ritenere che i fornitori di servizi Internet offrano semplicemente un “servizio di informazione” piuttosto che agire come società di telecomunicazioni. “La Corte ha creato un pericoloso vuoto normativo che lascia i consumatori vulnerabili e dà ai fornitori di banda larga un potere incontrollato sull’accesso a Internet degli americani”.

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