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Nokia a caccia di un compratore? O punta a una fusione?

La società finlandese starebbe considerando alcune opzioni strategiche: vendita totale o parziale delle attività ma anche un merger con un’altra azienda. Solo indiscrezioni? Intanto la notizia ha fatto balzare il titolo in Borsa

Pubblicato il 27 Feb 2020

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Nokia potrebbe vendere alcune delle sue attività o fondersi con un’altra società: l’azienda finlandese starebbe considerando le sue opzioni strategiche e lavorando con consulenti per possibili operazioni sul mercato. Lo riporta Bloomberg News senza fornire ulteriori dettagli. La notizia ha fatto balzare il titolo Nokia in Borsa a Helsinki dell’1,1%, contro un calo del 2,1% dell’indice europeo dei titoli tecnologici. Una fonte vicina all’azienda finlandese ha smentito la notizia.

Gli analisti di JPMorgan hanno scritto in una nota, commentando le indiscrezioni di stampa, che se Nokia sta davvero valutando delle opzioni strategiche, “le uniche percorribili sono la vendita di asset o dell’intera azienda a un’altra tech company di un settore diverso”.

Attività in vendita?

Nokia, dopo essersi disfatta del business dei cellulari, si occupa ora di sviluppare e vendere attrezzature di rete per i gruppi di telecomunicazione ed è impegnata in tutto il mondo nei roll-out del 5G, il nuovo standard mobile.

La divisione Technologies gestisce invece l’ampio portafoglio di brevetti di Nokia, e ha riportato nel 2019 una crescita del 3% dell’utile operativo rispetto al 2018 a 1,24 miliardi di euro, mentre il fatturato è sceso dell’1% a 1,49 miliardi.

L’ipotesi di Barr scatena il mercato

Il Procuratore generale degli Stati Uniti William Barr ha suggerito nelle scorse settimane che gli Usa potrebbero entrare nella proprietà dei fornitori di attrezzature di rete europei Nokia ed Ericsson comprando delle quote di maggioranza. Il governo americano potrebbe effettuare l’investimento autonomamente o in consorzio con altri governi o aziende, sia degli Usa che dell’Ue.

La proposta di Barr, che, a detta del Procuratore generale, ha supporto a Washington, mira a contrastare il predominio della cinese Huawei nella tecnologie per il 5G. L’ipotesi ha messo in moto diverse speculazioni da parte degli analisti su possibili attività di fusione e acquisizione (M&A) nell’industria dei vendor Tlc.

Come va Nokia

A gennaio Nokia ha annunciato che taglierà 180 posti di lavoro in Finlandia. I tagli permetteranno di centrare l’obiettivo di riduzione dei costi operativi per 500 milioni di euro entro fine anno e di potenziare gli investimenti in 5G e digitalizzazione. I licenziamenti fanno parte di un più ampio piano di ristruttuazione avviato nel 2018. Nokia impiega 6.000 persone in Finlandia e ha sottolineato che i tagli non avranno alcun impatto sullo sviluppo dei prodotti per il 5G nel suo stabilimento principale di Oulu.

Nella trimestrale presentata a ottobre il vendor finlandese ha comunicato un fatturato di 5,69 miliardi di euro, in crescita del 4%, e un utile netto di 82 milioni di euro, trainato dalla domanda di soluzioni 5G. Tuttavia, nonostante i risultati positivi del terzo trimestre, Nokia ha rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita per l’intero esercizio 2019 e per l’esercizio 2020 principalmente a causa della “pressione sui margini e degli investimenti aggiuntivi in 5G e in digitalizzazione”. Alcuni dei rischi che “abbiamo segnalato in precedenza relativi alla fase iniziale del 5G si stanno concretizzando”, ha indicato il Ceo Rajeev Suri. “Nokia ora spenderà di più nello sviluppo di prodotti 5G. Ci aspettiamo che saremo in grado di mitigare progressivamente questi problemi” nel corso del 2020.

Analisti e investitori temono che Nokia stia perdendo competitività rispetto alla rivale svedese Ericsson, che ha invece alzato gli obiettivi di vendita per il 2020. Per sostenere i risultati la strategia della finlandese punta a rafforzare il posizionamento come fornitore di servizi end-to-end utilizzando il nuovo standard mobile 5GNokia ha reso noto di aver chiuso il 2019 con 63 accordi commerciali sul 5G e 18 reti già realizzate per il nuovo standard; tra i clienti vengono citati At&t, Kddi, KoreaTelecom, Lg Uplus, Ntt Docomo, O2, Sk Telecom, SoftBank, Sprint, Stc, T-Mobile Us, Verizon, Vodafone Italia e Zain Saudi.

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