La crisi dovuta al Covid-19 avrà un impatto profondo e duraturo. Si dovrà valutarne le implicazioni a lungo termine.
Per le telecomunicazioni, questa riflessione deve iniziare adesso: la banda larga ha giocato un ruolo vitale, assicurando a milioni di persone la possibilità di lavorare, studiare e trascorrere il tempo libero a casa durante il lockdown, in contatto remoto con parenti e amici, con disponibilità di film e gaming on line.
Il lavoro flessibile e le restrizioni periodiche potrebbero essere parte della “nuova normalità” e dobbiamo assicurarci che le reti a larga banda permettano a ciascuno non solo di lavorare o giocare da casa, ma anche di accedere a servizi essenziali come sanità e formazione.
Dal punto di vista dell’uso della rete, i “consumatori” sono diventati “produttori”. I flussi video generati da chi utilizza WhatsApp, Zoom, Teams ed altro, richiedono ormai un livello di servizio minimo di 15 Mb/s. Pertanto gli operatori dovranno investire in tecnologie che permettano maggiore capacità e servizi simmetrici.
Se queste condizioni non sono soddisfatte, le famiglie sono vulnerabili socialmente ed economicamente, a causa del ridotto accesso alle informazioni, ai servizi essenziali e all’interazione con gli altri. E ciò ostacolerebbe la capacità di un Paese di proteggere i suoi cittadini e la sua economia.
Una rete pervasiva ed adeguata in termini di prestazioni e un’alfabetizzazione digitale diffusa devono quindi rappresentare un obiettivo primario per il Paese.