Nokia, la vera minaccia viene dall’Oriente

La società è nel suo momento più difficile. A pesare non è solo la competizione con i concorrenti occidentali: si potenziano la cinese Zte e l’indiana Micromax e piccoli ma agguerriti produttori dagli occhi a mandorla

Pubblicato il 20 Giu 2011

Nokia è nel suo momento più difficile. Continuerà a perdere
quote nel 2011 ma nel 2012 potrebbe risollevarsi: tutto sta nei
frutti dell’alleanza con Microsoft, è opinione comune degli
analisti.
Questo è quindi il momento della sofferenza. L’agenzia Fitch ha
appena fatto un doppio taglio al titolo, per di più con outlook
negativo (da BBB+ a BBB-). È l’effetto dell’ultimo annuncio
dell’azienda: ha ridotto a zero i margini previsti per il
trimestre in corso e ha rinunciato per ora a fare previsioni per il
futuro. Negli ultimi quattro anni il titolo ha perso così tanto
che la capitalizzazione si è ridotta del 77%.

Fitch è pessimista anche perché nota che bisognerà aspettare
ancora troppo tempo per l’arrivo di un nuovo portafoglio di
modelli Nokia con Windows Phone: fino al 2012, “quando si dovrà
scontrare con vendor molto competitivi e radicati sul mercato, come
Apple, Samsung e Htc”, scrive l’agenzia.
Ma a pesare non c’è più solo l’incognita sul mercato
smartphone. “L’azienda è stretta in una morsa a tenaglia. È
attaccata da marchi americani come Apple nella fascia alta dei
terminali e da quelli asiatici nella fascia bassa”, nota Alex
Spektor, analista di Strategy Analytics.

Quest’ultima è la nuova cattiva notizia, perché fino a ieri
Nokia è riuscita a contenere le perdite grazie alla leadership nel
mercato low cost. “Tre anni fa la posizione di Nokia nei mercati
emergenti sembrava impenetrabile, ma il basso costo dei chip e la
crescita delle economia di scala ha aiutato i vendor asiatici a
offrire modelli low cost a prezzi aggressivi e a rubare quote”,
nota Geoff Blaber, analista di Ccs Insight. Si potenziano la cinese
Zte e l’indiana Micromax, ma anche un pugno di cosiddetti “no
brand” (piccole aziende cinesi come Mediatek o Spreadtrum
Communications).

Le vendite di cellulari “basic” di Nokia sono calate per tre
trimestri consecutivi. Sono state 84,3 milioni nel primo trimestre
2011, meno 2% rispetto all’anno prima. La quota di Nokia in Cina
si è ridotta al 19%, contro il 33 di due anni fa. I no brand nel
2010 hanno cominciato a espandersi in altri mercati emergenti,
Africa, India, America Latina, Russia, nota Gartner. Secondo cui la
quota globale di Nokia sui cellulari (in generale) è calata dal
36,2% del primo trimestre 2009 al 25,1% dello stesso periodo 2011,
a vantaggio dei marchi minori.

Questi stanno rubando spazio anche a Samsung e Lg, le cui quote
sono pure calate nell’ultimo anno. È un bilancio condiviso da
tutti gli analisti: “Crediamo che il declino di Nokia continuerà
per buona parte del 2011, seguito da una relativa stabilizzazione
nel 2012 se il portafoglio Microsoft avrà successo”, dice
Spektor. “Il futuro di Nokia dipende molto dai risultati dei
primi due modelli Microsoft nel mercato americano. Se sono un
fallimento, Nokia e Microsoft saranno in guai seri”,
continua.

Nel breve periodo si tratta quindi di avere buoni cellulari
Nokia-Windows per competere sul mercato di fascia alta. Ma non è
finita qui: “Per sostenere la crescita in seguito, Nokia dovrà
essere brava ad aumentare le vendite di cellulari Windows Phone
portando la piattaforma su terminali di fascia bassa”, continua.
Sarà questa forse la sfida più imprevedibile.

L’azienda sta gestendo infatti adesso la transizione da Symbian a
Windows ed è ancora in una fase in cui ha bisogno di Symbian nel
mercato smartphone di fascia medio-bassa: “Dovrà tenere contenti
utenti e sviluppatori per gestire al meglio la transizione”. Il
rischio è che le vendite di smartphone Symbian cadano a picco,
più di quanto sia sostenibile, se i consumatori e gli sviluppatori
si faranno l’idea che questa è ormai una piattaforma morta.

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